Zigoni è il figlio di Zigo-gol
«Avremmo fatto una bella coppia»

Avversario del Como oggi al Sinigaglia nel Novara, anche se forse partirà dalla panchina

Il Gianmarco Zigoni che gioca nell’attacco del Novara è proprio il figlio di Gianfranco Zigoni, per tutti Zigo-gol, che ha rappresentato una delle figure più singolari e fuori dagli schemi della storia del calcio italiano. Personaggio controcorrente, contro i potenti, contro gli stereotipi del calcio. Giocò anche nella Juve, ma divenne famoso come attaccante del Verona dove divenne un idolo assoluto. Bravo tecnicamente, divenne famoso per le sue gag: d’inverno girava in pelliccia. A Verona una volta la mise anche in panchina, contrariato per non partire titolare. Portava la pistola nella cintura. C’è una copertina dei un Guerin Sportivo dell’epoca che lo ritrae in posa con la colt in mano. Nei ritiri si divertiva a sparare ai lampioni. Disse: «Di tutte le squadre in cui ho giocato, solo la Juventus non mi è rimasta nel cuore». Ce l’aveva con i bianconeri forse perché lo costrinsero a tagliarsi i capelli.

Disse ancora; «Sognavo di morire sul campo, con la maglia del Verona addosso. M’ immaginavo i titoloni dei giornali e la raccolta di firme per cambiare il nome allo stadio: non più Bentegodi, ma Gianfranco Zigoni. La radio avrebbe gracchiato: ‘Scusa Ameri, interveniamo dallo Zigoni di Verona…’ ».

E ancora: «Mai sentito parlare di Gesù Cristo? Questo signore, duemila anni fa, è venuto sulla terra per dirci che gli uomini sono tutti uguali. E Che Guevara cosa predicava? Che in ogni parte del mondo bisogna combattere l’ ingiustizia. Il Che e Gesù sarebbero andati d’ accordo, ma sta’ attento: io non sono comunista. Ho accumulato più giorni di squalifica che gol perché non sottostavo ai soprusi degli arbitri. Dicono: bisogna credere alla buona fede di quei signori. Ma per favore, ho visto furti inimmaginabili e ho pagato conti salatissimi. Una volta mi diedero sei giornate di squalifica e trenta milioni di multa perché dissi a un guardalinee di infilarsi la bandierina proprio là».

Sul figlio ha detto: «Quando Gianmarco a Treviso segnò il suo primo gol in B, mi sono messo a urlare, l’ho fatto per nascondere la commozione. Sai, io sono Zigo e non è che posso piangere con tanta facilità. Comunque io e lui avremmo fatto una bella coppia».

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