Como, e infine riuscimmo
a veder le “stelle”

Talenti che hanno sfondato, uomini che hanno inciso. La storia dei giocatori speciali, da Zambrotta a Borgonovo, Tardelli e altri.

Sono stati speciali. Quelli di un’altra categoria. Quelli che... lo erano davvero, che sono stati proiettati in un’altra dimensione, e quelli che... lo sono stati per una sola stagione, e poi magari sono spariti. Ma ci hanno fatto dire: «Ragazzi, quello è di un’altra categoria».

Storie di pepite d’oro, che brillavano in mezzo al campo e non dovevi essere certo un laureato al corso di Coverciano per capire che si trattava di gente tosta. Molti di questi (normale per una provinciale come il Como) sono stati giovani talenti che hanno poi fatto una grande carriera. Magari prodotti del settore giovanile. Zambrotta, dalle corsie esterne d’attacco, arrivò a vincere la Coppa del Mondo da esterno basso. Ma quando Tardelli prima e Scanziani poi lo lanciarono in campo, le sue sgroppate travolgenti stupirono tutti: dissero che assomigliava ad Asprilla per la falcata impressionante. A proposito di Tardelli, un altro che la maglia azzurra del Como ha lanciato nell’azzurro Italia, Coppa del Mondo inclusa. Tardelli era un pupillo del ds Beltrami che forse aveva visto in lui un possibile affare economico. Ogni domenica mattina, batteva sulla spalla dell’allenatore Marchioro e diceva: «M raccomando Tardelli, eh...». E Marchioro faceva finta di sbuffare: «Ti e il to Tardelli, andate a dar via i ciapp...».

E poi Fusi, Vierchowod, Invernizzi. E Borgonovo? Ca va sans dire. Il nostro Gerd Muller, l’uomo che si avvitava a centro area e la buttava sempre dentro.

Due pagine speciali sulla Provincia di lunedì

© RIPRODUZIONE RISERVATA