Como, manca solo la squadra
Gli inglesi? Uno dei due è ok

Campo, sponsor, società, strategie al top. Mercato da far decollare, servono quattro giocatori. Walker in prova, Bansal-McNulty più vicino a restare

Aveva detto bene, Michael Gandler venerdì all’Hilton presentando lo sponsor Ranstadt: «Un giorno importante». Già, perché un altro dei tasselli era appena andato in porto. Lo sponsor della maglia con un marchio importante di respiro internazionale. Molte delle cose che erano state programmate il giorno dello sbarco di Sent a Como, sono state realizzate: lo sponsor importante, il lancio di Como tv, la realizzazione di un nuovo campo (la firma dovrebbe essere domani), lo studio sulle planimetrie per capire come realizzare un nuovo impianto, l’attività di charity.

Ora manca solo una cosa: la squadra! E non è una battuta. Intendiamo che, puntellate in 12 mesi le aree della società, adesso è lo stesso Como a non potersi permettere una squadra che non sta al passo con la società.

Quella del responsabile Italia di Ranstadt, l’altro giorno, era una battuta («Ok tutti i discorsi sullo sponsor, sulla nostra partership, ma ai giocatori voglio dire che siamo qui per... vincere»), ma ha centrato in pieno la questione. Ora, con questi presupposti societari, un altro 12° posto in C sarebbe da considerare un fallimento. Dunque ecco Wise e l’accelerata sportiva, probabilmente già programmata sin dal primo giorno.

Mancano tre settimane all’inizio del campionato, e in campo sta andando la squadra dell’anno scorso. Il tempo per costruire il gruppo c’è, nessun allarme.

Ma le indicazioni sono forti e chiare: nessuna corsa al mercato italiano, fatto di amici, amici degli amici, costi gonfiati, soliti noti ecc, e sguardo al mercato straniero da dove, con ogni probabilità arriveranno i quattro giocatori che ancora mancano all’appello: una punta, un centrocampista offensivo, un esterno e un difensore centrale. Il primo e l’ultimo, nell’economia della squadra sono i due più importanti.

Il ds Ludi è stato a Londra la scorsa settimana, mentre Wise è stato a Como questo weekend, e ne ha approfittato per vedere all’opera la squadra contro la Pro Sesto. I due, Wise e Ludi, si scambiano nomi, profili, orizzonti. Quello che pare per certi versi sorprendente, è che Wise, pur nella sua durezza e determinazione, pare uno disposto ad ascoltare. Così non fosse, non sarebbero arrivati Arrigoni e Dkidak, scovati da Ludi e da Bruccoleri, e che il ds inglese ha approvato. Chissà, magari c’era in concorrenza anche qualche elemento proposto da lui...

Ora voi chiederete: ma i due inglesi in prova contro la Pro Sesto? Il figlio d’arte Lewis Walker (figlio dell’ex difensore Samp, oggi allenatore di Garuda gioè il progetto di Hartono sui giovani indonesiani) è un attacante, Amrit Bansal-McNulty un centrocampista offensivo, eventualmente esterno in luogo di Peli. Operazioni reali o semplici test? Sì e no.

Walker era una semplice prova, e del resto è difficile pensare che il ruolo più importante della squadra, la punta principale (con Gabrielloni), quello che darà lo spessore della potenzialità azzurra, possa essere un ragazzo del 2000 che non conosce il calcio italiano.

Per Bensal-McNulty invece pare fatta, e a giorni potrebbe arrivare la sua conferma nello scacchiere di Banchini. I due hanno giocato nella squadra B, quella U23, del Queens Park Rangers. Walker ha fatto la trafila delle giovanili nel Derby County.

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