Como, primi calci
formato famiglia

Dopo una settimana di ritiro a Borgomanero, ieri una miniamichevole quale primo test di verifica.

Per quel che può valere, questa era la prima amichevole del Como. E dopo mesi di lockdown, allenamenti da casa, allenamenti distanziati e mille misure per poter essere pronti nel rispetto delle normative, è sicuramente già qualcosa.

Dopo una settimana di ritiro, come da abitudine del mister, ieri la squadra ha disputato una miniamichevole al centro sportivo “Santa Cristinetta” di Borgomanero: Como Bianco contro Como Blu, un primo test per verificare lo stato di forma e i primi dettami tattici.

Nuovi, perché l’idea di Banchini è di modificare l’assetto tattico della squadra, negli ultimi due anni sempre in campo con il 3-5-2, con poche variazioni del caso in casi particolari, quando magari c’era da recuperare uno svantaggio o tentare il tutto per tutto per provare a vincere. Ora, il progetto prevede il passaggio al 3-4-1-2 o 3-4-2-1, a seconda della situazione e degli avversari.

E nel minitest - mini perché è durato solo 50 minuti, un tempo più recupero - qualcosa si è già visto. Per esempio, si è messo in luce Gabrielloni supportato dal giovane Vincenzi e da Marano, dall’altra parte attacco a due con Gatto e Kouadio (entrambi hanno fatte vedere ottime giocate, sfiorando il gol), con H’Maidat alle loro spalle, apparso in grande spolvero. E si è già visto in campo il nuovo arrivato Arrigoni subito impiegato nel centrocampo a 4, come interno.

Per la cronaca, a sbloccare l’amichevole e a indirizzarla a favore del Como Bianco, è stato il solito Gabrielloni, garanzia di reti e affidabilità fin da subito: rete segnata d’esterno destro dal limite, su lancio di Bellemo. Dall’altra parte, un palo colpito da Gatto e un’occasione nel finale per il pareggio con un pallonetto alto di poco.

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