E il calcio dilettantistico
prende il virus in contropiede

Sembrava impossibile solo quale mese fa, ma domenica prendono il via i campionati

Prima notizia: la preventivata, annunciata e data per certa morìa di squadre non c’è stata.

Seconda notizia: le società di calcio stanno mediamente bene, perché gli aiuti promessi dalle istituzioni e dalla Federazione sono arrivati (sconti per iscrizioni, bandi per fondi a sostegno dell’attività, sospensione di canoni di locazione, ecc…) o arriveranno. Terza notizia, la più importante: domenica, dopo sette mesi di astinenza, ripartono tutti i campionati dilettanti, senza particolari tagli, riduzioni o ridimensionamenti.

Gestita l’emergenza Covid, il calcio dilettantistico comasco e lombardo, dall’Eccellenza in giù, è davvero pronto a rimettersi in moto.

Lo è in realtà da tempo, grazie a ritiri, amichevoli e coppe, ma il campionato è un’altra cosa. Ripartono le prime squadre, riparte anche l’attività giovanile: è il calcio della pancia, umorale, del campanile, del derby di paese che ancora tanto piace e appassiona.

Il calcio dei bomber di provincia, delle storie di talenti mancati, di giovani sempre più protagonisti. E ripartiranno – non prima di metà ottobre - anche i piccolissimi dell’attività di base: scongiurata l’ipotesi di una partenza a febbraio, si è invece voluto dare un segnale forte di unità. Se si riprende, insomma, che riprendano anche i piccoli calciatori.

Dal punto di vista prettamente sportivo, il calcio comasco, va detto, non è in ottima salute: nessuna squadra in D, due sole in Eccellenza (Mariano e Pontelambrese), quattro in Promozione (Fenegrò, Città di Cantù, Alta Brianza e Arcellasco) sono la spia di una crisi.

Si riparte – guardando un po’ oltre l’orticello comasco - con numeri più che positivi, perché in piena pandemia la previsione dei piani alti della federazione era di un calo del 30% delle squadre in Lombardia: un’ipotesi smentita dai fatti.

Ma certamente si riparte con qualche cautela in più. Perché i protocolli impongono il rispetto di alcune regole, che non sempre ben si conciliano con l’attività dilettantistica: registrazione degli ingressi, termo-scanner ai cancelli, alcune accortezze anche per giocatori, staff e arbitri. Il mondo è cambiato e pure questa nicchia – che poi tanto nicchia non è - deve adeguarsi.

Non mancano i timori, le paure di nuove chiusure. La scorsa stagione ha lasciato strascichi e dibattiti infiniti: si è deciso per promozioni d’ufficio per le prime, nessuno ha vinto i campionati, e per il congelamento delle retrocessioni, Eccellenza a parte.

La paura che un altro stop forzato possa perturbare la stagione c’è, come sottolineato più volte dagli addetti ai lavori e dai protagonisti. Ma si tira dritto, con fiducia e con grande coraggio: domenica il carrozzone ripartirà come sempre con grande passione ed entusiasmo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA