Calcio / Como città
Mercoledì 01 Aprile 2020
Il comasco in testa alla C
«Dura ripartire presto»
«Noi giocatori ci teniamo pronti, allenandoci a casa o in giardino, ma non penso che sarà possibile, finita l’emergenza, ributtarsi subito in campo»
Primo posto nel girone B della serie C, con sei punti di vantaggio sul Reggio Audace. Il Vicenza è ad un passo dall’agognato ritorno in B. Un sogno al quale ha contribuito anche il difensore canturino Daniel Cappelletti che è arrivato in biancorosso la scorsa estate dopo aver lasciato il Padova. Tre reti all’attivo, tra cui due decisive per i tre punti, per il giocatore di 28 anni, cresciuto nelle giovanili del Como e poi esploso nel Cantù San Paolo. La promozione però potrebbe restare solo un sogno, se i campionati venissero annullati. «Ci dispiacerebbe soprattutto per i tifosi, che vivono intensamente il rapporto con la squadra -spiega -.Qui il “Lane” è una passione positiva che coinvolge tutte le generazioni. C’è un senso di appartenenza anche in tutta la provincia. In casa abbiamo sempre 10.000 spettatori, tra cui 7.000 abbonati. E tanti ci hanno seguito anche in trasferta». Quindi riprendere a tutti i costi?. «Prima di tutto viene la salute -aggiunge Cappelletti -.E’ difficile pensare di poter ripartire subito, prima di giugno. Noi giocatori ci teniamo pronti, allenandoci a casa o in giardino, ma non penso che sarà possibile, finita l’emergenza, ributtarsi subito in campo». In caso di ripresa, sarete pronti anche mentalmente?. «Nello spogliatoio eravamo convinti di potercela fare. Siamo stati bravi, grazie anche a mister Di Carlo, a non abbassare mai la tensione. L’unica nota negativa, anche a livello personale, la sconfitta nel derby con il Padova». Cappelletti comunque fra qualche giorno avrà sicuramente qualcosa da festeggiare. Sta infatti per nascere il secondo figlio. «E’ una bella cosa: un segno di speranza per il futuro -spiega il canturino -. E’ un maschio, ma purtroppo non potrò assistere mia moglie Chiara nel momento del parto:con l’emergenza in corso, posso solo accompagnarla in ospedale e poi andarla a riprendere. Dovrò aspettare a casa con mia figlia Gioia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA