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Martedì 28 Aprile 2020
La prima Sisal 74 anni fa
C’era anche Como-Genoa
Era il 5 maggio del 1946. Costava 30 lire, tanto quanto un bicchiere di vermouth
L’emergenza Coronavirus ha messo in crisi anche il sistema calcio. Il mondo del pallone, in attesa di capire quando si potrà rimettere in moto, è al lavoro per trovare nuove risorse in grado di coprire i mancati ricavi derivanti dallo stop forzato a cui è stato sottoposto in questo periodo.
Fra i tanti progetti ha fatto capolino quello relativo alla reintroduzione di una moderna schedina del Totocalcio. Un concorso esclusivo che fa scorrere le lancette del tempo a ritroso sino al dopoguerra, quando la schedina fu uno dei tanti simboli della ripresa economica italiana.
Sull’esempio di quanto avvenne nel 1946, oggi la schedina potrebbe tornare di moda, con lo scopo di rilanciare un gioco datato, ma di estrema utilità per salvare il calcio da una crisi che rischia di provocare effetti devastanti.
Esattamente 74 anni fa, venne stampata e giocata la prima schedina Sisal (Sport Italia Società A responsabilità Limitata), nata da una idea del giornalista triestino Massimo Della Pergola, e di due colleghi i ticinesi Fabio Jegher (anche scrittore e produttore cinematografico) e Geo Molo (radiocronista) e realizzata con l’obiettivo di stimolare lo sport e ricostruire gli impianti danneggiati dalla guerra. Un’iniziativa importante e che, in breve tempo, nazionalizzata in Totocalcio, avrebbe tra l’altro cambiato la concezione della domenica sportiva calcistica italiana.
Nell’albo dei ricordi della schedina “targata” Sisal compare anche il Como 1907 che nella gara di andata della Coppa Alta Italia, torneo calcistica di consolazione doveva affrontare il Genoa. Le due società erano state inserite nel girone E con Ausonia La Spezia, Casale e Pro Vercelli. La schedina del primo concorso con impressa la data 5 maggio 1946, prevedeva 4 incontri del girone finale della Divisione Nazionale 1945-1946, 2 incontri del girone finale della Serie B-C Alta Italia 1945-1946 e i restanti 6 (più 2 di riserva) per squadre provenienti dalla Coppa Alta Italia.
Alla fine della prima giornata questi gli esiti: Internazionale-Juventus 1, Torino-Milan 1, Bologna-Piacenza 1, Cesena-Modena 1, Venezia-Mantova 1, e poi ben sei pareggi compreso quello tra Como e Genoa disputato allo stadio Sinigaglia e finito sul punteggio di 2-2, e un unico segno 2 in quanto il Novara vinse sul campo del Legnano.
Il costo della schedina era di 30 lire, l’equivalente di un vermouth. Lo slogan era infatti: “Tentate la fortuna al prezzo di un vermouth” Un milanese originario di Roma, Emilio Biasetti, indovinò i 12 segni e si mise in tasca 463.846 lire.
Dei cinque milioni di schedine stampate per il primo concorso se ne giocarono circa 34 mila. Le copie avanzate, invece di andare al macero, vennero distribuite ai barbieri per la pulizia dei loro rasoi.
Nella gara di ritorno il Como perse a Genova per 4-0. Questi i risultati delle altre sfide: Casale-Como andata 3-0, ritorno 0-2; Como-Ausonia andata 2-0, ritorno 2-2; Como-Pro Vercelli andata 3-1, ritorno 3-2. Questa la classifica finale del girone E al termine dell’ultima gara disputata il 20 giugno 1946: Genoa punti 14; Como 10; Ausonia La Spezia 8, Casale 5, Pro Vercelli 3. Il torneo fu vinto dal Bologna che nelle due partite di finale sconfisse il Novara.
Anche il Como il 5 maggio è tra le società di calcio che potranno festeggiare per le 74 candeline del concorso più popolare dal dopoguerra.n
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