Stop più lungo, Como s’adegua
Ludi: «Lavoreremo da casa»

Il ds del Como: «Una decisione che non sorprende, c’era da aspettarselo»

A questo punto se ne riparlerà per maggio. Che l’idea di riprendere a giocare regolarmente nel primo weekend di aprile, come si era inizialmente prospettato, fosse un’ipotesi assolutamente inverosimile lo si era capito ormai da giorni, anche per un semplicissimo motivo, al di là di tutto il resto.

Cioè che non si può riprendere un campionato, anche volendo ripartire a porte chiuse, senza un minimo di periodo di allenamento. E nessuno in questo periodo si sta allenando regolarmente.

L’altro ieri è arrivato anche l’accordo, tra Lega Pro e Aic, di posticipare la ripresa di ogni attività al 3 di aprile. In pratica un prolungamento di due settimane rispetto a quello che si era fissato inizialmente, cioè il 20. Quindi, almeno per altri quindici giorni è impensabile riprendere il normale lavoro sul campo.

Con uno stop che di fatto arriverà a circa un mese. «È una decisione che non sorprende - commenta il ds del Como Carlalberto Ludi -, così come c’era da aspettarsi che non si potessero fare previsioni certe sulla ripresa delle partite perlomeno sino alla fine di questo mese. Non si sa ancora come si evolverà la situazione generale, dunque è stata una mossa logica e comprensibile. Credo a questo punto che non si possa ripartire prima di maggio, come sarà per la serie A. Era importante che si arrivasse allo spostamento degli Europei, come è stato. Perchè questo svuota il calendario per tutti, a cascata fino alla C».

Più che probabile, quindi, che si giochi sino a fine giugno. Anche se con dodici giornate di campionato da disputare più tutti i playoff due mesi sono comunque pochi. È pensabile al momento una modifica della fase finale? «Bisognerà comprimere tutto, giocare davvero ogni tre giorni, e se sarà il caso si penserà a come ridurre i playoff, anche se solo alcune squadre li giocano dall’inizio,quindi il problema sarebbe nel caso per le squadre dal settimo al decimo posto, per le altre un minimo di tempo in più c’è».

Nessuna ipotesi però, per ora, di cambiare le cose. «La cosa importante sarà garantire la regolarità del campionato, portarlo comunque a termine.E non superare il 30 giugno, per motivi di contratti e regolamenti».

Intanto per i giocatori del Como si prosegue con programmi individuali, suggeriti e verificati con contatti telefonici dallo staff. «L’idea iniziale era di riprendere a lavorare a gruppi in questo fine settimana, ma non se ne parla. Si prosegue così, invitando chi può farlo a restare a casa, ad allenarsi a casa. Per chi non può resta a disposizione la possibilità di utilizzare il Sinigaglia, ma sempre individualmente, senza avere alcun contatto con i compagni e con lo staff».

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