Canottaggio / Como città
Sabato 09 Gennaio 2021
La Lario fa 130 anni
«Bella come un film»
Siamo andati a fare quattro chiacchiere con il presidente Leonardo Bernasconi, parlando del compleanno
Centotrent’anni della Canottieri Lario. Centotrent’anni al tempo del Covid. Che un po’ è la stessa cosa, e un po’ no. Una delle società più importanti e gloriose della nostra città taglia un traguardo importante. Le celebrazioni si faranno, sono in programma un libro e una grande festa, ma in questo momento non è possibile fissare date e cerimonie. L’alba di gennaio si porta dietro, comunque, questo compleanno importante, e noi in attesa di poterlo santificare con le cerimonie in programma, siamo andati a fare quattro chiacchiere con il presidente Leonardo Bernasconi, il cui mandato tra l’altro è in scadenza. Una intervista all’interno di una sede per ora ancora chiusa al pubblico, con lo stesso presidente che è venuto ad aprire il portone di legno rimesso a nuovo, che forse prima di questa pandemia non si era nemmeno mai visto chiuso. All’interno, le linee razionaliste, nel deserto della sede, sembrano ancor più uno scrigno prezioso a difesa della storia: coppe, trofei, riconoscimenti, bacheche, targhe risaltano ancora di più nell’assenza di frequentatori. Aspettano placide il loro ritorno. Qualche atleta si allena in palestra, e il rumore degli attrezzi durante l’intervista ci dice che sì, c’è vita.
Presidente, un compleanno complicato.
Un compleanno importante, glorioso, sentito. Un compleanno che vogliamo celebrare come si deve. Abbiamo appena finito la riunione per mettere a punto i programmi, altre ne seguiranno. Certo, la pandemia complica le cose. Sappiamo cosa fare, sappiamo che lo faremo. Non sappiamo ancora quando...
Cosa bolle in pentola?
Ci piacerebbe fare un libro. Un libro un po’ diverso, magari, molto incentrato sugli ultimi dieci anni. Come collegamento tra i 120 e i 130 anni. E poi una grande festa.
Come se la immagina?
Vorrei invitare i tre presidenti ancora in vita, Carlo Noseda, Giampiero Majocchi ed Enzo Molteni e tutti gli atleti anche del passato che vorranno intervenire. E poi ci sarà una sorpresa.
Quale?
Come forse sapete, abbiamo appena affrontato un trasloco del magazzino. Prima ci eravamo spostati dallo stadio alla caserma. Adesso siamo andati a Lipomo. Beh, sono saltate fuori tante foto, tanti documenti e immagini. Faremo una mostra.
Che anno è stato con la pandemia?
Vede la sede deserta? Non possiamo fare finta di nulla. L’estate l’abbiamo scavallata bene. Siamo stati attentissimi al distanziamento, alle sanificazioni, la vita al club era quasi normale. I soci hanno apprezzato il nostro lavoro. Ma poi è arrivato novembre, una mazzata. Qualcuno credo che non rinnoverà la tessera in attesa di tempi migliori. Dal punto di vista sportivo sono contento. Abbiamo gareggiato poco, sono saltate delle gare. Ma abbiamo fatto la nostra parte, nelle competizioni che si sono disputate. Altrochè. Agli Europei, tra Under 23 e assoluti, abbiamo portato a casa 2 ori (Noseda-Patrick Rocek negli assoluti) e 4 argenti di cui uno, quello di Aisha Rocek, su barca olimpica. Più tutti gli altri successi a livello nazionale e giovanile.
Torniamo ai 130 anni: se guarda tutte queste coppe e questi trofei, cosa le viene in mente?
(li guarda assorto, quasi li spolvera con lo sguardo, ndr.) Mi vengono in mente le cinque partecipazioni alle Olimpiadi, una delle quali primo 2 senza della storia (Wurzel-Bertolasi). Mi vengono in mente i 28 mondiali con nomi che hanno fatto la storia di questa società: Sinigaglia, Gilardoni, Fraquelli, le Noseda, e tutti gli altri.
Là fuori, la stella della Lario brilla ancora...
Certo! Siamo più vivi che mai. Abbiamo 65 atleti, 100 bambini alla scuola, oltre 500 soci e una collocazione nella storia che si rinnova anno dopo anno. La vede quella bacheca?
Certo.
Ci sono dentro il Collare e la Stella del Coni, la Rosa Camuna della Regione Lombardia (che tra l’altro ho ricevuto io) e l’Abbondino d’Oro. Non so quante società possono dire di aver ricevuto tanto. E infatti
.
Infatti?
Infatti nei primi giorni di gennaio abbiamo ricevuto gli auguri del presidente della Federazione Abbagnale, del suo vice e di tutti i presidenti delle società remiere del lago e del territorio, con le quali, come sapete, c’è sì uno spirito di rivalità ma anche uno spirito di coesione al movimento.
Una fotografia di questi 130 anni.
Allora ve ne dico due. 1. la capacità che ha questo sport, ma anche questa società, di creare belle persone e uomini veri. Guardate gli atleti: è uno sport che tempra, dove regna educazione e disciplina. Greta Parravicini e Giulio Campioni sono stati premiati dal Panathlon per i risultati sportivi e scolastici. Il mio vice Ballabio poi, che è un professore, porta avanti, e bene, certi ideali educativi. Il patrimonio umano di questo club è quasi commovente, compreso (e oserei dire: soprattutto) quello della sezione pararowing. Che sono le assenze che si sentono di più, con la loro allegria e il loro entusiasmo umano. 2. Le dinastie: sapete quante famiglie, intesi più esponenti di una stessa famiglia, abbiamo avuto ai remi? Gli Annoni, le Noseda, i Wurzel, i Rocek, e potrei andare avanti a lungo. Perché? Perché apriva la strada un ragazzo, e poco dopo arrivava la sorella o il fratello, perché questa è anche una bella, splendida, commovente scuola di vita. Centotrent’anni spesi bene.
Di cui quattro di Leonardo Bernasconi.
Mi viene da sorridere.Prima della pensione, la mia vita sportiva era la montagna. Ero stato persino il barista “volontario” del rifugio Murelli. Più salite che acqua, insomma. Ma dopo la pensione, mi ero riproposto di iscrivermi alla Lario. Così feci. Sarò stato socio forse da qualche mese, che già mi spinsero a candidarmi e diventai subito dirigente. E il canottaggio si è impadronito di me. Non salto una gara....
Le sue vittorie più belle?
Il successo al Festival dei Giovani del 2017, a Pusiano, in casa, è stato bellissimo. Ci tenevo tanto. E poi l’oro olimpico giovanile a Buenos Aires con Nicolas Castelnovo, prima volta dell’Italia. Ma non guardo ai miei 4 anni di presidenza, ma a tutta la mia storia della Lario. L’attenzione alla sede, il recupero della vasca di voga (scrostando il catrame con le mani, assieme ad altri soci), la collaborazione con le altre società, cui abbiamo aperto le porte spesso. Tutto bello.
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