Capitano mio capitano
«Leader e mediatore»

La fascia della Pallacanestro Cantù a Luigi Sergio porta alla ribalta un ruolo fatto di grandi qualità umane

«Scelto per le sue immense qualità umane». Così coach Marco Sodini ha spiegato la decisione di promuovere capitano Luigi Sergio. E diventare capitani della Pallacanestro Cantù, è una bella responsabilità, perché la storia è sempre dietro l’angolo a presentarsi, con le facce dei grandi “totem” del passato. E non è un caso che lo stesso allenatore abbia espressamente richiamato la storia canturina «che comprende capitani di così alto livello da far pensare che lo spessore umano non avrebbe potuto che essere una dirimente essenziale nella mia decisione». Una storia, nella pallacanestro dell’era moderna, che non può che partire dal 1969. Ossia quando la fascia di capitano passò dalle mani di Antonio Frigerio a quelle di Carlo Recalcati, icona del basket canturino e nazionale. Dieci anni, fino al 1979, quando ci fa un altro passaggio epocale. Ossia, la nomina a capitano di Pierluigi Marzorati: un altro capitolo fondamentale della storia della Pallacanestro Cantù, scritto da un monumento dello sport italiano. “Pierlo” ha incarnato in pieno la figura del capitano. E i dodici anni passati a Cantù con le stellette lo dimostrano: una carriera tutta in Brianza, conclusa nel 1991 alzando a 39 anni la Coppa Korac. L’ultimo capitano? Andrea La Torre, un biennio concluso con la retrocessione. Ora, la palla – anzi la fascia – passa idealmente al braccio di Luigi Sergio. Secondo Pierluigi Marzorati, intervistato oggi da La Provincia, le qualità di un ottimo capitano sono due: capacità di mediare tra squadra e coach, oltre al talento di mantenere l’equilibrio nel team.

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