Ci riprova anche il Csi di Como
«Sentiremo chi vuole ripartire»

Non solo calcio e pallavolo, il Comitato è al lavoro su altre discipline

Nei giorni scorsi il nuovo Consiglio provinciale di Como ha approvato il “Piano di ripartenza e resilienza del Csi” predisposto dal Csi nazionale. Si tratta dell’intervento più significativo a favore dei territori che sia mai stato realizzato dall’Associazione.

Saranno investiti 2 milioni di euro per sostenere la ripartenza e contribuire al futuro dello sport in Italia. Spiega meglio il concetto il presidente confermato del Csi di Como Raffaele Carpenedo.

«Già da qualche giorno - dice - sono state ritoccate al ribasso le quote di tesseramento e di affiliazione (per le nuove società) grazie al contributo della Presidenza Nazionale Csi che ha deciso di investire 2 milioni di euro per sostenere la ripartenza e contribuire al futuro dello sport in Italia. Quindi, con effetto immediato, alle tessere atleti Under 18 sarà applicato uno sconto di 2,40 euro, alle tessere Over 18 sarà applicato uno sconto di 2,80 € e le affiliazioni scenderanno a 20 euro contro i 90 attuali. Queste quote rimarranno valide per tutto il 2021 e vogliono essere la concreta risposta che il Csi fornisce alle proprie società in questo difficile momento».

C’è quindi tanta voglia di ripartire: «A fine febbraio valuteremo le squadre che saranno ancora disponibili per riorganizzare i calendari e ripartire appena dopo Pasqua- continua il presidente -. Il Csi c’è, è pronto con le regole che ci sono oggi ma nessuno ha la sfera magica, quindi se ci sono di mezzo il Coni, il governo i Dpcm, la pandemia, lo scenario resta molto complesso; la ripartenza non dipende solo da noi. Bisogna vedere quante squadre ci saranno ancora. Io so per certo che alcune formazioni delle giovanili non ripartiranno, hanno già dato il via libera a tutti mesi fa. Nelle squadre con pochi giocatori basta che tre o quattro dicono di no e non riescono più ad andare in campo».

Le incognite restano ancora tante: «Bisogna capire anche quanti impianti sono disponibili. Mi risulta che ci siano comuni, parrocchie che hanno chiuso i campi e oggi non si sa se li danno alle società. Quindi ci potrebbero essere squadre che vorrebbero giocare ma non hanno il campo. Bisogna fare una ricognizione di quello che c’è e sulla base di quello si riprogramma la stagione che ovviamente non potrà essere un campionato vero e proprio perché avremo a disposizione solo tre mesi da metà aprile a fine giugno. In alternativa potremmo fare un Torneo o una Coppa».

Tutte le società professionistiche fanno i tamponi ai propri giocatori prima della partita, nel Csi cosa succederà: «Io non posso obbligare nessuno a fare i tamponi, quindi ciascuno farà le sue scelte. Se una persona non ha niente non lo fa, se invece è positivo seguirà tutte le norme e regole che già ci sono», conclude Carpenedo.

Oltre che per il calcio ci sarà un sondaggio anche per la ripartenza della pallavolo. A fine febbraio, primi di marzo dovrebbe ripartire anche l’attività di atletica, con la corsa campestre, e l’attività di tennis tavolo.

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