Ciclismo / Como città
Martedì 20 Ottobre 2020
Ballerini e Spreafico
I due lariani al Giro
Due ex del CC Canturino (un anno il primo, due anni il secondo), hanno tutti e due una maglia da difendere, quella di un loro compagno di squadra
Sono due i lariani che stanno partecipando al Giro d’Italia. Il Comasco di Cantù Davide Ballerini della Deceuninck-Quick Step e il lecchese Matteo Spreafico della Vini Zabù. E hanno un paio di cose che li unisce. Innanzi tutto sono due ex del CC Canturino (un anno il primo, due anni il secondo). Poi hanno tutti e due una maglia da difendere, quella di un loro compagno di squadra: la maglia rosa di Almeida, compagno di Ballerini, e la maglia azzurra di Visconti compagno di Spreafico.
Ballerini è stato sin qui protagonista di un Giro da vetrina. Terzo nell’ultima tappa siciliana, la quarta del Giro, battuto solo al fotofinish, protagonista di altre due tappe dove si è trovato nel gruppo dei migliori, adesso sta scortando Almeida nella sua cavalcata rosa. Con qualche brutta avventura.
«Ho rimediato quattro punti di sutura in faccia nella tappa di Monselice, vinta da Ulissi. Per evitare uno spartitraffico, ho scartato bruscamente ma ho urtato con la testa un cartello e mi sono ferito. Mi hanno messo un cerotto e poi, all’arrivo, 4 punti di sutura. Poca cosa, è stata la tappa in cui siamo andati a inseguire i fuggitivi nell’ultimo tratto, quando ha vinto Ulissi». Come va? «Diciamo che il giorno di riposo ci voleva. Ora ci attendono le montagne. Spazio per i velocisti forse domani (cioè oggi, ndr) ma dico forse, perché è comunque una tappa dura. E poi quella che passerà da Como, tutta piatta. Il Covid? Continuiamo a fare i tamponi, speriamo bene. Per ora tutti negativi».
L’altro lariano è Matteo Spreafico di Sirtori della Vini Zabù: «Per me è tutto nuovo. Sono al quarto anno da professionista, ma è il mio primo grande Giro. Mi avevano detto che era duro, ma non pensavo così. Davvero durissimo». E per due ragioni: «Intanto perché la preparazione è stata quella che è stata, vista l’emergenza Covid che ha sballato la stagione. E poi perché si stanno tenendo ritmi incredibili, medie sempre altissime forse perché c’è la paura che venga interrotta la corsa e allora tutti danno tutto quello che hanno, senza risparmiarsi». Per Spreafico c’è anche il fattore emozionale: «Per me essere qui è una favola. Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo, di diverso, di emozionante. Il ricordo più bello? Quello della prima tappa. Era una cronometro, ma era il mio debutto. Imparo anche qualcosa dal mio corpo, che riesce a sorprendermi. Trovo sempre delle energie in più. Adesso ci sono le montagne, servono testa e gambe. La testa so che c’è, adesso vediamo le gambe». Un pensiero va anche al CC Canturino: «Sono lecchese, ma agonisticamente ho passato più tempo nel Comasco, al Canturino e al Team Idea. Ho visto che anche ieri il Canturino ha vinto. È bello che ci siano queste squadre mosse dalla passione che danno modo ai ragazzi di esprimersi. Se sono al Giro d’Italia lo devo anche a loro».
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