Bugno alla Canottieri
«Il Lombardia vero è qui»

È stato bello rivivere i momenti salienti della sua incredibile carriera ciclistica, a pochi mesi dal Giro di cui Como sarà ancora una volta protagonista

Soffre di vertigini, ma ha imparato a volare prima sulle due ruote e poi in aria, a bordo di un elicottero. Ha paura della velocità, ma ha affrontato discese da brivido. Le sue vittorie? «Tutta fortuna», risponde. Ma per conquistare due titoli mondiali consecutivi, nove vittorie di tappa al Giro d’Italia e il successo finale nel 1990, quattro tappe al Tour de France e due alla Vuelta a España, forse un pizzico di innato talento ci vuole.

Questo è Gianni Bugno, ospite d’eccezione alla serata organizzata nella sede della Canottieri Lario da Centucantù con i partner e il giornalista Edoardo Ceriani, capo dei servizi sportivi del quotidiano La Provincia di Como, a moderare l’incontro. Bugno, tra i campioni più sinceri, spontanei e modesti che il mondo dello sport italiano (ciclistico e non) racchiude nelle sue pagine, ha ottenuto anche il podio nella 82a edizione del Giro di Lombardia del 1988 a Como, è stato dunque bello rivivere i momenti salienti della sua incredibile carriera ciclistica, a pochi mesi dal Giro di cui Como sarà ancora una volta protagonista.

«Como? È l’arrivo del Giro di Lombardia più bello – non ha dubbi a riguardo Bugno – io l’ho visto sia dal basso che dall’alto. È l’arrivo classico, una zona che sembra fatta apposta per la bicicletta, ha tutto per incentivare questo sport. Vedi il lago, le montagne, insomma, vedi tutto questo. Secondo me meriterebbe sia l’arrivo che la partenza, ma il Lombardia deve finire qui».

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