Ciclismo / Olgiate e Bassa Comasca
Mercoledì 28 Settembre 2022
Fancellu «Il mio Remco. Dicono: “Stagli a ruota”, poi bisogna provarci...»
Ciclismo Il campione Evenepoel raccontato dal comasco. Furono insieme sul podio mondiale junior a Innsbruck: «Pure stavolta la differenza l’hanno fatta le sue gambe»
«È difficile essere paragonato al migliore». Dopo il Mondiale d’Australia tra i professionisti , Alessandro Fancellu non fa mistero di individuare in Remco Evenepoel «uno tra i due, tre al mondo» capaci di fare davvero la differenza.
Questione di testa, di gambe e di carattere, un mix esplosivo che Evenepoel, corridore belga della Quick-Step Alpha Vinyl Team, ha fatto vedere in tutta la sua forza nella domenica iridata di Wollongong, a due passi - si fa per dire - dalla ben più conosciuta Sidney.
La rassegna del 2018
Fancellu, che come Evenepoel ha 22 anni e, dunque, ha avuto l’onore-onere di corrergli fianco a fianco già da Juniores, ha bene in mente il finale di quel Mondiale 2018 cui lui stesso partecipò, da protagonista.
Con i colori azzurri addosso, l’atleta comasco provò senza successo a rimanergli in scia, chiudendo comunque sul terzo gradino del podio di Innsbruck per la gioia dei tifosi del Club Ciclistico Canturino 1902 che l’avevano seguito in Austria.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, entrambi sono diventati professionisti e Evenepoel, più ancora di Fancellu che comunque si difende più che bene, è riuscito davvero a scalare la classifica dei migliori al mondo.
«Avevo visto fare più o meno la stessa cosa con noi, da Juniores. La differenza, quest’anno come a Innsbruck, l’hanno fatta le gambe. È facile, da fuori, dire che bisogna stargli dietro. Restargli a ruota, però, non è affatto come dirlo. Ve lo assicuro», prosegue il corridore comasco.
Del Mondiale di domenica scorsa, peraltro, Fancellu s’è gustato in diretta soltanto l’ultima parte. «Avevano previsto l’arrivo alle nove, per cui ho messo la sveglia per tempo. Peccato, però, che alla fine sono riuscito a vedere soltanto l’ultima ventina di chilometri», racconta sorridendo.
Diretta o differita che fosse, però, il risultato non cambia: «È partito in discesa – afferma - forse anche un po’ inaspettatamente. Quando ha deciso ha staccato tutti gli altri, di forza. A quel punto non c’erano più tattiche, specie considerando i 47 all’ora di media nel percorso conclusivo. Non ho mai avuto dubbi che sarebbe diventato un grande campione. Già al primo anno ha fatto grandissime cose, poi a causa dell’incidente l’anno seguente l’ha un po’ perso. Quello visto in Australia, però, è il suo reale valore».
Il finale di stagione
Il prossimo Lombardia, perché no?, potrebbe vederlo ancora tra i protagonisti. Difficile, anche se non impossibile, vedere anche Fancellu in corsa.
«Il Lombardia, per quanto mi riguarda, al momento è più no che sì. Ci spero, anche se temo che il mio esordio possa saltare anche quest’anno. Vedremo nei prossimi giorni. Non so ancora chi ci sarà di preciso e, complice anche il cambio di percorso, mi aspetto che qualcuno in più del solito possa tenere, fino in fondo, per poi giocarsi la vittoria», conclude Fancellu.
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