Fancellu pronto a ripartire
«Ricomincio da zero»

«In allenamento ho davvero buone sensazioni. Sappiamo, però, che in corsa è tutto diverso. Vedremo»

Se la chiacchierata parte da un «Bene bene, tutto a posto» significa che, al di là di tutto, il 2022 di Alessandro Fancellu è partita sotto una stella ben differente rispetto a quella dell’anno che l’ha preceduto.

Archiviata una stagione che sfortunata è dir poco, il corridore di Binago è pronto a dire la sua e, «anche se ci sono ancora un po’ di cicatrici in giro» - chiaro, in questo senso, il riferimento all’incidente in allenamento che l’ha tenuto giù dalla sella per un po’ di tempo – l’idea è quella di iniziare nel miglior modo possibile, fin da subito.

L’occasione per assaggiare testa e gambe arriverà già la prossima settimana, al Tour of Antalya, in Turchia. Una corsa a tappe quella in programma dal 10 al 13 febbraio che assieme ai compagni della Eolo Kometa Cycling Team affronterà col piglio di chi vuole dimostrare a sé stesso prima ancora che agli altri il suo reale valore.

«Con la squadra – commenta – abbiamo optato per iniziare da una corsa di medio livello. Questo, con l’idea di ripartire gradatamente, visto che torno a gareggiare dopo tanti mesi di stop».

Per mille motivi, tra cui l’incidente che, nei pressi di Lugano, l’ha costretto lo scorso settembre a finire anzitempo un’annata mai effettivamente sbocciata, Fancellu ha «voglia di tornare a pedalare».

E’ lui stesso a confermarlo, conscio che, pur essendo «la prima corsa dopo tantissimi mesi», la sensazione generale che sta vivendo in allenamento lascia spazio a un discreto ottimismo. Dal Tour of the Alps 2021, ossia dalla fine dello scorso aprile, di gare davvero importanti l’atleta di Binago non ne ha più affrontate. Il ritorno in gruppo, dunque, sarà un’emozione tutta da vivere.

«In allenamento ho davvero buone sensazioni. Sappiamo, però, che in corsa è tutto diverso. Vedremo. Il 2021 è alle spalle; buttiamolo via del tutto e ripartiamo da zero», scherza, ma poi non troppo, il corridore classe 2000.

L’attenzione sul suo nome è grande, quasi fosse un predestinato. Una pressione sulle sue spalle in più, forse, bilanciata dall’affetto e dalla stima di chi è lì, pronto ad attendere che possa definitivamente affermarsi come astro nascente del pedale nazionale.

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