Ciclismo / Como città
Venerdì 11 Ottobre 2019
Giro Rosa e Discesa Nibali
Creatività al Lombardia
Proposte, idee e progetti attorno alla cosa che arriverà domani a Como nel solito delirio di festa e passione
Se anche l’assessore alla Polizia Locale Elena Negretti (cioè l’area amministrativa storicamente più stressata dal Lombardia) se ne esce dicendo «Faccio una proposta: un Giro di Lombardia Rosa a Como in futuro», allora vuol dire che forse ci siamo: squadra unita per il Giro di Lombardia, tutti insieme per tenere qui l’evento. Dopo gli scossoni del Giro d’Italia, non è roba da poco. Viva! Tanto più che il sindaco Mario Landriscina, poco dopo aggiungeva: «Su questo tema la città deve fare squadra. E se mi consentite, con il sorriso».
Magari è stata solo una cosa formale, ma si è respirata un’aria diversa ieri a Palazzo Cernezzi, nell’ultimo appuntamento stampa prima del Giro di Lombardia, che arriverà qui domani. Sala affollatissima, attori istituzionali presenti: oltre ai già citati Landriscina e Negretti, gli assessori Alessandro Fermi (Regione), Marco Galli , Carola Gentilini e Alessandra Locatelli, il presidente di CentoCantù Paolo Frigerio, il questore Giuseppe De Angelis e il capo dei vigili Donatelo Ghezzo. Conferenza oltre le formalità.
Sulle ali del manager Stanga (ne leggete sopra), si è ripetuta la proposta di avere un Lombardia sempre sullo stesso percorso. Una maniera per conservarlo sempre qui, tra l’altro. Uno dei decani del giornalismo del pedale, Segio Meda, però ha contestato. «Non si può replicare questo schema al Lombardia: anche perché la configurazione con la doppia Valle Intelvi era forse più affascinante».
Segnali di intesa tra Frigerio e Negretti (e ti credo: gli ha tolto la Gran Fondo dalla città...), poi il guizzo di Dino Merio, il gran cerimoniere delle presentazioni di Cento Cantù (e nostro collaboratore): «Perché non dedicare la discesa che scende da Ponzate a Nibali? Chiamiamola “Discesa Nibali” come si fa nelle curve dei circuiti». «In vita non si può», ha ribattuto la Locatelli. «Allora mettiamoci un cartello». Vedremo. Intanto applausi.n
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