Ivan Basso conferma
«Fancellu somiglia a Nibali»

Il Team Manager della squadra Eolo-Kometa pronta al debutto nelle grandi gare parla del talento comasco

Di solito i team manager e i direttori sportivi sono prudenti, quando parlano dei propri atleti. Ancor più se sono stati grandi campioni, e sanno quanto è dura la salita. Paragoni choc e titoloni li lasciano ai giornalisti o ai commentatori tecnici ex atleti.

L’eccezione, che magari conferma la regola, sta tutta in Ivan Basso, vincitore di due Giri d’Italia, oggi Team Manager assieme ai fratelli Contador, della squadra Eolo-Kometa pronta al debutto nelle grandi gare. In squadra c’è il comasco Alessandro Fancellu, sbocciato nel Canturino, e in rampa di lancio dopo aver conquistato, due anni fa, l’argento ai Mondiali Juniores dietro a un certo Evenepoel.

Ebbene, alla presentazione della squadra con sede a Besozzo, in provincia di Varese, ecco la frase riportata da tutti: «Fancellu? È il nuovo Nibali». Boooom. Un passaggio in un ragionamento più ampio? Una battuta rilanciata dalla stampa in maniera esagerata? Abbiamo provato a capirlo, contattando il manager varesino. E che fa Basso? Rincara la dose, e dimostra di credere davvero in maniera assoluta nel potenziale del ragazzo di Binago.

«Credo - dice Basso - che una persona nel mio ruolo debba fidarsi della sua esperienza, ha la responsabilità di vedere le caratteristiche di chi corre per lui e non aver pura ad esprimerle. Dunque confermo: Fancellu mi ricorda Nibali in tante cose. Non ho detto che diventerà Nibali o vincerà come Nibali, ma ho detto che Alessandro può avere un grande avvenire perché ha un talento speciale. Siamo contenti di averlo con noi».

Ma in cosa somiglia al campione siciliano? «Ho corso con Nibali, io ero ormai un atleta affermato e lui era un ragazzo che si affacciava alla professione. Nei miei occhi il parallelo è stato automatico perché me lo ha ricordato soprattutto nella naturalezza nello stare in sella, nella sensazione che hai di avere a che fare con una persona nata per andare in bicicletta».

Basso non ha paura a disegnare un grande futuro al ragazzo comasco, anche a costo di caricarlo di responsabilità: «Credo che ci siano alcuni segnali che ci indicano il valore dell’atleta: 1. per esempio il valore degli atleti con cui si è battuto da giovane, con cui ha combattuto alla pari, come Evenepoel; 2. il fatto che non è partito subito fortissimo perché all’inizio aveva dato priorità allo studio, ma quando poi si è dedicato al ciclismo ha mostrato un cambio di passo impressionante; 3. perché l’anno scorso, prima della pandemia, era a dato fortissimo».

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