Elisa Cova: «Io e papà»

«Chi mi sta in torno continua a vedermi come la figlia di un grande campione. Io ho i miei obiettivi»

L’ultima vittoria, in ordine di tempo, è arrivata domenica scorsa nella corsa su strada Stramagenta, in precedenza si era imposta nel cross di Arcisate. I successi di Elisa Cova fanno sempre notizia, soprattutto per quel cognome, così importante per l’atletica leggera italiana e comasca non fosse altro per l’oro mondiale e olimpico del padre Alberto. Un’eredità pesante, anche se la venticinquenne inverighese ha sempre dimostrato di non subire, in maniera ossessiva l’“ingombrante presenza”. Tanto che il primo approccio con lo sport non è stato con l’atletica leggera, ma con la ginnastica ritmica alla Comense. «Ho iniziato molto presto, quando ero in terza elementare - spiega Elisa -. E mi piaceva tantissimo tanto che sono andata avanti sino a quindici anni. Poi, complice anche l’età - li si è “vecchie” molto presto -, ho lasciato». E la figura del padre è ingombrante? «Più per chi mi sta attorno e per i media, che continuano a vedermi come la figlia di un grande campione. Io ho i miei obiettivi che non si paragonano con quelli di un atleta che ha vinto e in maniera importante. Sono una che forse potrebbe, un giorno partecipare a un’Olimpiade ma non vincerla. Però ci tengo ad arrivare a centrare i traguardi che mi impongo».

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