«Lucidità ed energia. Lucidità ed energia. Lucidità ed energia». Questo il ritornello che accompagna molti passaggi di Pino Sacripanti in conferenza stampa.
«Senza lucidità e con così poca energia non potevamo pensare di venire a vincere anche qui», sottolinea il coach, il quale innanzitutto riconosce la bontà del successo reyerino. «Hanno vinto con merito, con pieno merito - afferma -. Noi abbiamo provato a riaprirla in diverse occasioni, talvolta siamo stati anche pari, ma purtroppo siamo andati troppo a strappi. Ci è mancata l’energia sufficiente per alimentare dei break positivi nei momenti cruciali, quelli in cui tornavamo a un tiro di schioppo».
Dopodiché, Sacripanti entra nel dettaglio, puntando l’indice. Non contro questo o quel giocatore, bensì al cospetto di due aspetti: «Troppe palle perse nei momenti clou a testimoniare un difetto di lucidità. E soprattutto troppi, ma davvero troppi, rimbalzi concessi a loro in attacco. Uno sproposito».
Eppure, l’allenatore biancoblù non accampa scuse. «Chiaro che l’assenza di Cusin abbia provocato questo disastro dentro la nostra area perché Marco è colui il quale pulisce tutto e spazza via l’impossibile, ma quello dei rimbalzi offensivi è un problema tecnico che dovremo comunque affrontare come squadra perché non è la prima volta che accade».
Inoltre, non avendo delle ali forti “tagliate” per il rimbalzo - il riferimento è a Leunen e Jones - il problema è ancor più evidente. «In effetti è così, e allora tutti sono chiamati e tenuti a dare una mano sotto i tabelloni, perché non possiamo patire così tanto sotto canestro», risponde Sacripanti.
«Abbiamo tirato con il 62% da due e con il 32% da tre, pur fallendo tutta una serie di tiri aperti che di solito mettiamo anche bendati - osserva ancora il coach brianzolo - ma la verità è che si sono registrati 15 possessi di differenza a loro vantaggio. Un’enormità».
Gli si fa notare di un Aradori che forse si è incaponito nel voler risolvere le cose in attacco, ma Sacripanti non è d’accordo: «Se proprio dobbiamo mettere i puntini sulle “i”, è stato lo 0/6 dai 6.75 (in effetti l’unica sua tripla l’ha depositata sulla sirena di fine gara, ndr) a frenarlo, ma del resto erano i suoi tiri ed è giusto che se li sia presi. Ogni tanto c’è stata qualche forzatura, ma non sta qui la chiave della nostra sconfitta, quanto piuttosto nella lucidità e nelle energie che ci sono mancate». n F. Cav.
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