Errigo, un selfie in Comense

Intervista con la campionessa nerostellata già qualificata per Rio, in visita a Como: «Ci tengo a vincere l’oro, come qualsiasi atleta»

Si capisce che è di casa alla palestra Negretti, alla Comense Scherma: da come si muove e da come saluta i suoi compagni, anche i più piccoli. Per prima, senza nessuna aria da prima donna. Tornare a Como per Arianna Errigo è quasi un rito: scaramantico, ma anche rigenerante. Ci tiene alla maglia nerostellata e lo fa capire ogni volta. È tornata a Como per allenarsi e per celebrare il biglietto per Rio 2016. Staccato con apparente facilità. «Effettivamente non avrei mai pensato di chiudere il discorso addirittura con tre gare d’anticipo – dice la ventisettenne campionessa -. Meglio così: adesso ho davanti un periodo di otto mesi dove posso prepararmi con serenità e tranquillità».

Per arrivare all’appuntamento atteso da quasi quattro anni, dopo la finale persa a Londra 2012. L’Olimpiade come un ossessione?

«No, ossessione è esagerato. Ci tengo a vincere l’oro, come qualsiasi atleta che arrivi ad un appuntamento così importante, che si disputa ogni quattro anni. Io ci proverò, ma se non dovessi farcela, pazienza. Sono ancora giovane e avrò altre occasioni. Anche se voglio vincere».

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