Sport / Como città
Venerdì 17 Maggio 2019
«Il trapianto è vita
e lo sport un toccasana»
Conviviale interclub tra Como, Lecco e Sondrio; tanti e qualificati gli ospiti con testimonianze toccanti.
«Grazie ad un trapianto, persone destinate a morire tornano a vivere una vita normale, reintegrandosi e affermandosi anche nello sport. I trapiantati partecipano a gare sportive per sollecitare cuori e menti a questo sensibile tema». Il trapianto è vita… e che vita. Donare non costa niente, ricevere significa rinascere ed avere una seconda possibilità per tornare a sorridere.
È stata una serata di forti emozioni quella a Lecco dove all’Hotel NH Pontevecchio si è svolta la conviviale Panathlon tra i club di Lecco, Como e Sondrio, moderata dal giornalista Edoardo Ceriani, caporedattore dei servizi sportivi de La Provincia di Como. Tema dell’incontro è stato la qualità della vita che lo sport può offrire a chi ha subito un trapianto, con i significativi racconti di testimoni e medici.
Promotore della serata il comasco Enrico Dell’Acqua, che vent’anni fa ha subito un trapianto di fegato a causa di un tumore per cui gli avevano dato massimo cinque mesi di vita. Enrico invece non ha mai mollato, è salito in sella alla sua bicicletta abbattendo record e superando la più grande salita della sua vita. «Grazie al trapianto, ho ricevuto in dono la vita per la seconda volta - ha spiegato Dell’Acqua – porto sempre con me il mio salvatore. Dopo il trapianto sono ritornato in bicicletta e ho fatto tantissime gare, ho ritrovato la felicità».
D’esperienza simile anche Giovanni Monteneri, a cui è stato trapiantato un rene. «Avevo vent’anni, sognavo di diventare Carabiniere – ha raccontato Giovanni – poi mi sono ammalato, non avrei avuto scampo se non fosse stato per il trapianto. Oltre che rinascere io, ha cambiato la vita della mia famiglia tornata serena. Lo sport è sicuramente un veicolo trainante per tornare a vivere dopo un trapianto».
Beniamino Tagliabue, invece, ha ricevuto un nuovo cuore. «Ogni anno festeggio due compleanni, quello di nascita e del trapianto – ha evidenziato Tagliabue – un giorno si era spenta la luce, poi è arrivato un nuovo cuore per me. La mia missione ora è quella di far capire l’importanza di una donazione, raccontarla attraverso lo sport».
La parola è quindi passata a due medici, il chirurgo Alessandro Lucianetti che da oltre trent’anni si occupa di trapianti spiegando come è possibile tornare ad una vita regolare e Stefano Righetti, medico dello sport, che ha sottolineato come l’attività fisica possa trasformare il paziente con prospettive di vita più lunghe.
Felicissimi della serata i tre presidenti Panathlon; Riccardo Benedetti del club di Lecco, Achille Mojoli di Como e Angelo Schena, di Sondrio. «Finalmente uniamo tutti i nostri club – hanno sottolineato i presidenti – un’occasione importante di scambio di idee e condivisione».
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