Inversione dei fattori
tra Valbreggia e Lipomo

Da una timida collaborazione a un maggior riconosciment odella realtà di Maslianico. In panchina coach Pozzoni.

Da Lipomo Valbreggia a Valbreggia Lipomo, almeno sulla carta, in fondo poca cambia. Nell’inversione dei nomi, però, passa anche un ridimensionamento di quello che è il peso della storica Pallavolo Lipomo che, da una «prima collaborazione, un po’ abbozzata» tra le due società è virata decisamente verso un maggior riconoscimento della realtà di Maslianico, con il cui codice la squadra parteciperà alla prossima serie C.

«In sostanza, saremo uniti in un’unica gestione dal settore giovanile alla prima squadra», spiega Angelo Pozzoni, al terzo anno alla guida di Valbreggia in serie D, dalla prossima stagione a capo della C. Il destino sportivo di Pozzoni, peraltro, era già passato da Lipomo quando, una ventina d’anni fa, aveva allenato quel settore giovanile i cui frutti, di fatto, si ritroverà di qui a qualche giorno ancora ad allenare, ma in prima squadra.

«Alcuni ragazzi della C li ho allenati a livello giovanile. Penso a Bagni, Carachino e Durante, che all’epoca erano ragazzini e ora saranno invece gli esperti del gruppo», racconta.

Dopo aver giocato a Monza, Pozzoni si trasferì a Como, giocando tra Lipomo, Brenna e Alzate. Allenatore della Rastà prima, passò alle giovanili di Lipomo e poi alla D; a seguire, accettò l’incarico di selezionatore provinciale femminile. Ora, l’opportunità di salire di categoria e di sostenere un’unione che, almeno a giudicare dalle premesse, è l’unica via per dare un futuro a quella che fu l’epopea di Lipomo, seppur traslata di qualche chilometro e riadattata in salsa Valbreggia.

«È necessario unire le nostre forze perché le dimensioni del movimento maschile, a Como come altrove, non consentono troppe diversificazioni. La convergenza è stata tutto sommato facile: si è unita l’esigenza degli storici giocatori di Lipomo, che non avevano più i numeri per giocare da soli, alla volontà di Valbreggia di dare la possibilità di crescita ai suoi giovani. Da soli non avremmo avuto forza tecnica, né esperienza, per giocare la serie C. Assieme, invece, le cose cambiano».

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