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Giovedì 29 Gennaio 2015
Marconi, specialista playoff
Ne ha giocati quattro, ne ha vinti due con la Pro Vercelli e uno con il Venezia. E quando li ha persi, la sua squadra è stata ripescata
l biglietto da visita di Andrea Marconi sta tra le righe del suo curriculum. In una carriera iniziata nei dilettanti del Sempione Half e dell’Alcione, nella periferia milanese, e nella Berretti e nella Primavera del Milan – tra i compagni dell’epoca Matri e Abate - fatta di Serie D, Seconda e Prima divisione, spiccano le sue tante vittorie. Due primi posti con il Pergocrema: dalla D alla C2 nel 2005, e dalla Seconda alla Prima divisione nel 2008. Ancora più importante, in ottica Como, il suo rapporto con i playoff: ne ha giocati quattro, ne ha vinti due con la Pro Vercelli e uno con il Venezia. E quando li ha persi, la sua squadra è stata ripescata. Marconi ha un’abitudine a vincere e a disputare partite dal forte coinvolgimento fisico ed emotivo che, evidentemente, non è sfuggita a chi l’ha scelto per il Como. Ha debuttato mercoledì in Coppa Italia contro il Renate. Marconi compirà trent’anni il 24 maggio, guarda caso il giorno fissato dalla Lega Pro per la semifinale di andata dei playoff. Come dire, un predestinato. E c’è da scommettere che farà di tutto per aggiungere un’altra tacchetta al suo curriculum.
«Sono sceso in Prima Divisione perché è una doppia opportunità. Per il Como, che mi voleva, e per me. Io ho deciso in fretta: a Vercelli quest’anno stavo trovando poco spazio, a me invece piace essere utile. E ho capito che al Como servivo davvero.
C’è un bel gruppo e ci sono bravi ragazzi: Le Noci e Casoli sono stati miei compagni, tanti altri li affronto da avversari da anni. Buono anche l’esordio: ci voleva una vittoria, in Coppa ora si gioca per vincere, non per uscire.
Che conta, però, è il campionato.Il girone A?
A differenza dell’anno scorso, non ci sono squadre semplici da affrontare. Ci sarà da battagliare, soprattutto contro le “piccole”. Al vertice, immagino che ci possano essere continui ricambi: siamo in sei-sette con le stesse aspettative».
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