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Mercoledì 23 Febbraio 2022
Medicina Casamassima: «Tanti
infortuni, ma frutto di casualità»
Il medico di Cantù e il superlavoro del team: «È vero, abbiamo avuto contrattempi più della media e ringrazio Sodini per aver espresso la sua gratitudine»
Quando lo spogliatoio “B” conta davvero tanto. E a Cantù, lo spogliatoio “B” è sempre stato fondamentale. Medici, fisioterapisti, preparatore fisico: un pool di professionisti al servizio della squadra. Coach Sodini li ha pubblicamente elogiato dopo la sfida vinta a Orzinuovi, per aver rimesso in piedi in tempi record Allen, Bryant, Nikolic e Stefanelli.
Il coordinatore
Coordinato dal dottor Federico Casamassima, il team a supporto della prima squadra si è rivelato ancora una volta preziosissimo: «C’erano un paio di giocatori in dubbio – ammette proprio Casamassima -, ma ero abbastanza tranquillo che li avremmo recuperati. I dubbi maggiori erano sui due americani, ma con antidolorifici, fasciature e terapie abbiamo sistemato la situazione. Bryant? Il fatto che abbia giocato è incoraggiante, deve però fare esami di controllo».
Problematiche legate agli infortuni con cui Cantù sta convivendo praticamente dall’inizio, con una scala variegatissima di gravità: dal mal di schiena gestibile di Cusin, alla dolorosa rottura del tendine d’Achille di capitan Sergio. Infortuni che, come ha sottolineato in passato anche coach Sodini, sono stati imprevedibili e non legati alla preparazione o ai carichi di lavoro.
«Effettivamente – spiega il medico canturino – c’è anche molta casualità. In più, ci sono state anche sfortune contingenti: infortuni normalmente gestibili in un determinato lasso di tempo tra diagnosi e ritorno in campo, hanno invece richiesto più tempo perché ci sono stati danni maggiori rispetto alla casistica dell’infortunio».
L’esempio? «Severini. La sua distorsione ha portato a dolori e fastidi più importanti, che hanno prolungato le tempistiche».
Così come le contusioni alla coscia di inizio stagione di Bucarelli e Stefanelli, infortuni comuni e dalle tempistiche di recupero brevi, sono state più lunghe per via della rottura di vasi sanguigni.
Insomma, Cantù non si è fatta mancare proprio niente quest’anno: «Abbiamo avuto tanti contrattempi, più della media stagionale per una squadra di basket. Ma sono convinto che ci sia stata anche una componente di casualità non indifferente».
«Il grazie allo staff»
Il calendario così fitto può essere un problema? «Io che ho fatto le coppe europee con Cantù ero abituato. È una situazione allenante per i giocatori in ottica playoff e anche per i membri dello staff, sollecitati a dare tutto in tempi ristretti».
Infine, un grazie al coach per le parole dopo Orzinuovi: «La sua stima la sentiamo quotidianamente, bello che l’abbia espressa pubblicamente. La estendo quindi ai dottori Orsenigo e Camagni, ai fisioterapisti Taiana, Maino e Lanzi».L. Spo.
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