Cunati: «E ora mi consolo
vincendo i titoli in kart»

A 17 anni la Ferrai lo scelse tra i talenti. «Ma dovevo sborsare un budget che non avevo. Battevo Verstappen e Leclerc, andai in depressione».

Se vai forte, vinci. Sì, col piffero. Per dieci che arrivano in Formula 1, o comunque nell’automobilismo che conta, ce ne sono cento che devono mollare, che si arrendono, che non hanno i soldi per affrontare le pazze spese che impone il motorismo. La storia di Simone Cunati, di Senna Comasco, 23 anni, potrebbe essere il paradigma delle occasioni sfumate pur avendo un piede pesante, pesantissimo.

Alla fine della sua unica stagione in auto da corsa, con la F4 (una formula scuola che si fa dopo il kart dove Simone vinceva spesso e volentieri) lo chiamò la Ferrari. Come ogni anno, la Scuderia di Maranello portava tre giorni a Fiorano, sulla pista collaudi di casa, i migliori talenti della stagione pescati nei campionati minori. Simone venne scelto assieme Fittipaldi (nipote del grande Emerson), Colombo, Armstrong e Vidales. Lavoro fisico, lavoro al simulatore e, l’ultimo giorno, la prova in pista: «Fui il più veloce, con record del tracciato con la F4. Mi avvicinò il responsabile della Academy che mi propose di andare avanti in F.3. Ma serviva oltre un milione. E dove andavo a prenderlo? Mio papà è operaio, mia mamma parrucchiera. Buonanotte». Tutti i suoi rivali di quella giornata sono nelle categorie che contano per il lancio verso la F.1. Lui a casa. «Entrai quasi in depressione. Avevo subìto il colpo. Del resto dovevo immaginarmelo: all’ultima gara del campionato, quando avevo ottime possibilità di vincere, all’improvviso mi dissero che non avrei corso. Forse perché il mio rivale era Mick Schumacher? Mah...». E dunque? «In kart ho corso anni a fianco di Leclerc, Verstappen, Norris, Russell, Ocon. Li ho anche battuti. Non potevo mollare così. Nel 2017 sono tornato. Da allora ho vinto il tricolore nel 2019, ho fatto settimo all’europeo e sesto al mondiale. Quest’anno sto rivincendo il tricolore, e sono in corsa per l’europeo, e poi correrò il Mondiale in prova unica a Desenzano».

Nel frattempo si è inventato quel marchingegno di cui abbiamo parlato un mese fa, il super simulatore assieme all’amico Bernasconi e che sarà presentato in settembre in una serata di gala a Como. «Può essere una bella rivincita per realizzare qualcosa di speciale ad alto livello nel mondo dell’automobilismo. Stiamo ultimando quello per Leclerc. Però resto un pilota. Così, l’altra sera mi sono messo io al volante del simulatore e sono arrivato a un passo dal record della pista, già al livello dei piloti più esperti di Esport». Indemoniato.

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