Uboldi, la maledizione continua
Prima il podio e poi un contatto

Ottava uscita della stagione per il comasco nell’ultima tappa del campionato italiano Sport Prototipi

È di un podio, il terzo gradino e un’uscita sulla sabbia, l’ottava della stagione, il bilancio della trasferta di Davide Uboldi all’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola per l’ultima tappa del campionato italiano Sport Prototipi. Nono in classifica finale con poche soddisfazioni e molte amarezze per il pilota comasco, che pure vanta quattro titoli tricolori nella serie selle Sportcar.

Bene gara 1, dove Uboldi conquista la terza posizione all’undicesimo giro, dopo una serie di sorpassi, e la mantiene fino alla bandiera a scacchi, dietro a Giacomo Pollini (campione italiano per il secondo anno consecutivo) e Federico Scionti.

«Una gara tiratissima dal primo all’ultimo giro – assicura il pilota comasco – con un terzo posto meritato, a poco meno di un secondo dal Scionti e a circa 5 secondi da Pollini. Come avevo promesso ho dedicato il podio a Paolo Brenna, l’amico scomparso, vice presidente dell’Aci Como». Non è andata così in gara 2, dove ancora una volta, è l’ottava nella stagione, il comasco è in procinto di concludere la corsa al secondo posto, dopo una serie di sorpassi, ma subisce un contatto alla “Tosa” da Lorenzo Pegoraro e finisce nella sabbia.

Cosa è successo veramente? «Ormai non ho più parole - ammette amaramente Davide Uboldi – per esprimere la delusione di quanto è successo e che non è altro che la fotocopia di altri simili episodi di questo campionato. Sono partito sesto in griglia, ma alla prima curva ero già secondo. Posizione che ho mantenuto sino al terzo giro, quando sul rettilineo ho avuto un problema al cambio, che è andato in “neutral”. Ho resettato la centralina e la macchina è ripartita, così sono riuscito a recuperare i secondi persi. Poi è entrata la safety car e quando è uscita e si è ricompattato il gruppo ero quarto, passato poi terzo dopo aver superato Pollini. Ero secondo all’ultimo giro, ma alla Tosa, praticamente a tre curve dall’arrivo, Pegoraro mi è venuto dentro e mandato nella sabbia».

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