Motori / Como città
Lunedì 03 Gennaio 2022
La Dakar di Cerutti
Fa anche il cameraman
Ha avuto anche il compito di registrare con una telecamerina Go-Pro la gara dell’unica donna araba al via nella gara di casa per farne un riassunto filmato
La vera Dakar è cominciate ieri con la tappa di Ha’il – Ha’il un lungo anello di 546 chilometri che ha portato i concorrenti a trovare le prime difficoltà di navigazione e l’utilizzo sempre più estremo del road book indispensabile per trovare la giusta rotta.
Una tappa non da considerare tra quelle più facili nonostante siamo alle prime battute di questa edizione ma che serve agli organizzatori già dalle prime frazioni a scremare il numero dei partenti, con i numeri diffusi dagli organizzatori al via di questa tappa che parlano di 1.065 concorrenti. Intesi come piloti e navigatori mentre sui Truck si deve aggiungere anche il meccanico ammesso a bordo dei bisonti del deserto.
Il pilota di Montorfano Jacopo Cerutti, quest’anno in auto come navigatore e non in moto, ha fatto l’esordio nel prologo di Capodanno al fianco della concorrente Mashael Alboidan, una vera star nel paese arabo, tanto che a Cerutti nel contratto ha avuto anche il compito di registrare con una telecamerina Go-Pro la gara dell’unica donna araba al via nella gara di casa per farne un riassunto filmato.
«È scontato che le mie immagini dall’interno del Can-am serviranno a mettere in evidenza la guida di questo veicolo- ha spiegato Cerutti non solo debuttante come navigatore ma anche come cameraman- perché presumo faranno una sorta di lungometraggio a lei dedicato. Sta di fatto che sia nella prima tappa erano in molti a filmare il nostro passaggio da diverse postazioni fisse o mobili».
Intanto la gara è andata avanti con la vittoria e quindi il primato di categoria per l’americano Set Quintero in coppia con il tedesco Dennis Zenz del Team Red Bull off-road Junior davanti al cileno Francisco Lopez Contardo e lo svedese Sebastian Eriksson. Per il comasco Cerutti la prima vera tappa lo ha portato a cogliere il 31° posto. Una frazione dove il “nostro” equipaggio era stato capace di salire fino alla 19esima posizione per poi scivolare più giù fino al 31° .
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