Un caffè con il Motocorsa: «Che bello»

Motociclismo Il podio della squadra di Lurago d’Erba nel Mondiale Superbike davanti a 70mila persone. Un briefing al... bar con i titolari Lorenzo Mauri e Roberto Terenghi: «Pazzesco sentir urlare il nostro nome»

Bar Moderno, Lurago d’Erba, ore 9.30: Lorenzo Mauri, proprietario del Team Motocorsa di motociclismo, e il suo socio e amico Roberto Terenghi, si trovano il lunedì dopo ogni gara ad analizzare il weekend del mondiale superbike, cui partecipano con la loro creatura. Un caffè, a metà tra lo scaramantico, il confidenziale, il tecnico e l’amicale. Il mix perfetto per raccontare la realtà umile, entusiasta, operativa, casalinga ma estremamente professionale (i due arrivano al bar con un mezzo del team...) di una realtà che sta facendo strabuzzare gli occhi al mondo del mondiale.

Novità

Stavolta però ci sono due novità: la presenza del giornalista in via del tutto eccezionale, e (soprattutto) il fatto che sia un caffè dolce al sapore di podio. Il terzo podio della squadra nel mondiale, il primo quest’anno, ottenuto con Axel Bassani in casa, a Misano, davanti a 70mila persone. Dunque un caffè al sapore di champagne. Lo champagne lo hanno bevuto la sera prima, in un ristorante fuori dal circuito, con tutta la squadra, per festeggiare il risultato. E Terenghi si è scatenato cantando Celentano...

Questi due uomini fanno paura. Paura e meraviglia insieme: da una officina di Lurago d’Erba hanno costruito, con capacità manageriali e tecniche, una realtà che è stabilmente nelle prime posizioni del mondiale, battendo colossi ufficiali come Honda e Bmw che hanno budget tripli, quadrupli. Goldrake che esce da sotto la fattoria!

«Allora sì - dice anche un po’ commosso Mauri -, partiamo dalla cosa che più ci ha colpito a Misano: la gente che urlava il nostro nome fuori dal box. Non solo quello del pilota, ma proprio il Team Motocorsa. Non l’avrei mai immaginato. Pelle d’oca». E come si fa? «Nel motorismo il team satellite che va forte fa sempre simpatia, succede in tutte le categorie. Ma devi stare attento a non diventare antipatico. Noi siamo umili, restiamo con i piedi per terra e credo che la gente lo apprezzi». Ma come si fa a dare fastidio ai colossi del mondiale? «In MotoGp il team satellite compra un pacchetto: dipende dai soldi che ha, se quello più aggiornato, quello vecchio di un anno o di due anni. In Superbike compri una moto, ma poi sui componenti hai mano libera. Ognuno fa le scelte che crede. Se vai forte, significa che hai fatto scelte buone. Ma tutto può sempre cambiare».

Quanto manca a lottare per la vittoria? «La gestione della gomma è un aspetto fondamentale. Quando si vanno a pesare le gomme a fine gara, quelle di Bautista (il pilota Ducati che sta dominando, ndr) pesano sempre di più perché le ha consumate meno. E’ un pilota che ha grande esperienza. Con gli altri piloti però ce la giochiamo, e speriamo di avere la chance giusta».

Lacrime

Dice Terenghi: «Il nostro pilota domenica era commosso sino alle lacrime, quando ha ringraziato la squadra sul podio. È stato bello. A venti minuti dal via, abbiamo scoperto un guaio e i ragazzi hanno smontato e rimontato la moto in un quarto d’ora. Con una freddezza pazzesca». Circola la voce che il Motocorsa il prossimo anno avrà due moto...: «Presto per dirlo. Certo, il pensiero di avere due piloti per avere un confronto nel box che aiuti a migliorare, è stimolante. Vedremo». Ancora con Bassani? «Averlo ancora sarebbe bello. Ovvio che sia ambìto dai team ufficiali. Abbiamo ancora tante cose da fare insieme». Com’è essere quarti nel mondiale? Mauri ride: «Pensa che io prevedevo un decimo, dodicesimo posto... Ma vedere Bssani che lotta così con Rea è tanta roba. Per lui e per noi». Cin-cin.

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