Roda padre e figlio in barca. Centomiglia per Giuseppe

Motonautica Gianluca e Andrea dalle auto al motoscafo Albatro Evo Race. Omaggio al fondatore dell’azienda ed ex pilota di motonautica

Sulla breccia dal 1949, settantaquattro anni di Centomiglia è un unicum nel mondo delle corse motonautiche. Nemmeno la Pavia - Venezia, che pure è la maratona di fondo più lunga (413 km.) ed è nata vent’anni prima (1929), può vantare una simile continuità. Non è più la Centomiglia del passato, con giro di boa all’Isola Comacina, perché il pubblico non vuole più aspettare ore, prima che i concorrenti ripassino. Da qualche anno il giro di boa è a Blevio e i tempi dei passaggi sono molto brevi, per la gioia degli spettatori, anche se in Tremezzina non hanno ancora digerito il cambiamento.

Storie

Ma nonostante tutto, ora come allora, la Centomiglia ha sempre storie da raccontare. E’ anche questione di famiglie che hanno già visto tre generazioni in gara e altre che vogliono completare il ciclo. Gli Abbate hanno iniziato con il nonno Guido, proseguito con papà Tullio Senior (suo il recordi di 11 vittorie) e con il figlio Tullio Junior (che ne ha vinte due) e quest’anno non c’è, perché ha ancora la schiena che soffre dell’incidente dell’edizione 2019. L’edizione 2023, però, segna il ritorno di una famiglia di campioni, che ha lasciato il segno nell’albo d’oro della corsa e vogliono scrivere un nuovo capitolo . Parliamo dei Roda ì, i colossi dell’acciaio, che quest’anno figurano nell’elenco degli iscritti: Gianluca Roda e il figlio Andrea, entrambi piloti automobilistici. Domenica saranno al via della Centomiglia , tornando sulla scia del papà e nonno, Giuseppe “Beppe” Roda, il fondatore dell’acciaieria di Bosisio Parini. Beppe Roda è stato uno dei più famosi portacolori della M.I.La: pluricampione italiano ed europeo, nel 1964 ha scritto il suo nome nell’albo d’oro della Centomiglia (quando si girava all’Isola Comacina) a bordo di un entrobordo di Angelo Molinari, motorizzato Mercury alla media di 95.982 km/h. Sono passati 59 anni e domenica vedremo al via Gianluca e Andrea Roda a bordo di un velocissimo Albatro 32 Evo Race dei cantieri Cesati di Gordona , sospinto da due motori Mercury 200XS Optimax, lo stesso che alla Pavia – Venezia nello scorso giugno aveva vinto nella classe 5.1 Diporto.

Passato

Gianluca aveva già corso una volta in motonautica (Pavia – Venezia del 1986) ma poi si è dedicato all’automobilismo, cominciando dal rally per poi passare alla pista dove si è laureato campione del mondo 2011 Gte-Am ed Europeo 2018 Elms. Andrea, anche lui nell’automobilismo ha vinto l’Asia Le Mans series con prototipo Lmp2 nel 2017 ed ha quindi esordito accanto la papa in motonautica nella Pavia – Venezia 2023.

«Papà è il pilota – spiega Andrea - ed io faccio il copilota. L’esordio alla Pavia Venezia è stato fantastico con la vittoria della classe 5.1. Tanto che vogliamo riprovare e sarà sicuramente molto bello correre sulle acque di casa, nella storica gara nella quale nonno Giuseppe è stato vincitore assoluto nel 1964».

Con quale obiettivo? «Sicuramente per divertirci e possibilmente per replicare la vittoria nella categoria turismo della Pavia Venezia. Molto probabilmente questo sarà un nuovo inizio di entrambi in motonautica».

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