Pallavolo / Cantù - Mariano
Lunedì 18 Aprile 2022
Molteni e il saluto a Battocchio
«La Libertas è un trampolino»
I giorni dopo l’addio al coach di Cantù, ci sono solo parole dolci. Il presidente: «Con lui siamo cresciuti pure dal punto di vista organizzativo»
«Con lui siamo cresciuti anche noi molto sia da un punto di vista organizzativo sia di approccio molto puntuale a tutte le varie gare».
Ambrogio Molteni sa che l’addio dell’ormai ex tecnico Matteo Battocchio non sarà una perdita semplice da colmare. Rispetto al passato, infatti, l’avvento di Battocchio ha portato in casa Pool Libertas il primo allenatore a tempo pieno, un cambio di rotta rispetto alla storia della formazione canturina che ha avuto indubbi riflessi anche in termini di gestione societaria.
Scommessa vincente
Quella che fu la scommessa della stagione 2020-2021, nel mentre, s’è rivelata vincente. Nonostante due anni di pandemia, il biennio caratterizzato dal coach torinese non ha mancato di entusiasmare. Così è stato con i quarti di playoff persi lo scorso anno contro Taranto, poi promossa in Superlega; lo stesso è avvenuto nel finale di questa stagione, dopo un inizio scoppiettante e, nel mezzo, un momento di blackout che aveva addirittura fatto temere il peggio. Nel mezzo, l’inserimento di Battocchio nello staff azzurro.
«La convocazione come responsabile della formazione juniores della Nazionale – continua Molteni - è stata un po’ la ciliegina sulla torta di una sua crescita importante. Ancora una volta la Libertas è stata il trampolino di lancio di un coach giovane, che penso farà molta strada in futuro. Da parte mia e di tutta la società lo ringrazio per il lavoro fatto a Cantù, convinto che gli resterà nel cuore questa esperienza. Gli faccio un grande in bocca al lupo per suo futuro pallavolistico».
Della sostituzione non si parla ancora. La notizia del mancato rinnovo, del resto, è ancora troppo fresca per aver dato modo alla Libertas di organizzarsi per il cambio in panchina.
«Possibilità irrinunciabile»
Da parte sua, Battocchio a Cantù male non c’è stato. Anzi, è l’esatto opposto. Il rinnovo sarebbe stato, dunque, nelle corde. Il mercato, però, ha detto altro. «Ho ricevuto alcune chiamate – racconta – e alcune di queste si sono concretizzate in offerte. A Cantù sono stato molto bene. Ci voleva qualcosa di particolare per farmi balenare l’idea di cambiare aria e così è stato. Ho avuto una possibilità irrinunciabile, impossibile per me non coglierla».
Quella vissuta alla Libertas «è stata una bellissima avventura, molto difficile e per questo ancora più soddisfacente».
L’unico vero rimpianto – a suo dire - è di non aver mai assaporato il calore del Parini: «Sono orgoglioso di quello che ho fatto – prosegue - e credo che dobbiamo esserlo tutti. Penso di essere stato importante per Cantù in queste due stagioni, ma sono perfettamente conscio di quanto soprattutto Cantù sia stata importante di me».
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