Monguzzi, cuore Pool Libertas
«Io voglio rimanere a Cantù»

Il capitano si confessa: «Questa è la mia dimensione»

Nel suo «purtroppo siamo arrivati alla fine» ci sta tutto il rammarico di un giocatore, Dario Monguzzi, che a Cantù c’è ormai da 12 anni e che, ancorché brianzolo prima di Biassono e ora di Desio, una sorta di cittadinanza onoraria nella Città del Mobile la potrebbe pure avere.

Lui, che della Libertas rappresenta la storia recente (e che quest’anno ne è stato pure il capitano), parte dalla sconfitta rimediata domenica a Civitanova Marche (3-0 contro la GoldenPlast) per raccontare quello che, a suo dire, è stato «un calo, fisiologico, d’attenzione», seguito alla matematica salvezza in A2 raggiunta la settimana precedente.

Domenica la pratica Sigma. Da lì in poi «dieci giorni di stop», al termine di un’annata che di pause ne ha viste ben poche in calendario.

A quel punto, la società del presidente Ambrogio Molteni avrà già messo sul piatto le scelte in materia di roster. «Il mio desiderio, ovviamente, è quello di restare a Cantù. È la mia dimensione, ci sto da 12 anni e, anche di fronte a qualche proposta nel corso degli anni, ho sempre preferito rimanere qui. È chiaro che a me piacerebbe continuare. Non tocca a me, però, decidere», chiude.

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