Pozzecco: «La mia Cantù?
Amo papà Charly. E Pino è super»

CANTÙ

Quando venne reso noto il calendario con il derby alla prima giornata, Gianmarco Pozzecco - coach di Varese - propose al suo collega Pino Sacripanti di accordarsi per un pareggio.

Firmerebbe ancora per un (irrealizzabile) pari domenica?

«Oh se lo firmerei! Anche perché nel frattempo ho visto come è andata nel precampionato...

Perché Cantù è favorita?

«Perché è squadra da primissima fascia, perché è molto competitiva, perché è forte. Perché è completa e agguerrita. Perché questa è la realtà delle cose. E perché Della Fiori (il d.s. brianzolo, ndr) è stato molto bravo a costruire un team del genere».

Di recente ha detto di sé: “Fino a 40 anni sono stato un adolescente, ma ora voglio un figlio”. Davvero?

«Certo e per il semplice motivo che ho trovato la persona giusta

con cui farlo, il figlio. Il senso di paternità l’ho sempre avuto, la compagna ideale per riuscire ad assecondarlo no».

A proposito di figli, lei è un figlioccio di un canturino, Carlo Recalcati.

«Charly è il numero 1. L’ho amato quando ho giocato per lui. E lo amo ora. I

n un’ipotetica lista di allenatori che desiderano che io possa far bene in questa mia nuova avventura in serie A, il Carletto è al primo posto con ampio vantaggio sul secondo.

A proposito di suoi colleghi, che opinione ha di un altro canturino, ovvero Pino Sacripanti?

«Lo ammetto: prima di conoscerlo bene personalmente non avevo la stessa considerazione che ora ho.

Sarebbe a dire?

Pino è clamorosamente bravo. Intelligente, perspicace, diretto, trasparente. Le sue capacità tecniche e la sua esperienza rappresentano un bene prezioso e un valore aggiunto. Io rispetto a lui, come allenatore, sono trenta piste dietro. Ed è un’ottima persona».

L’intervista integrale sull’edizione de La Provincia in edicola giovedì 9 ottobre

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