Ruta, finalmente l’acqua
«Ero un po’ arrugginito»

L’azzurro di Menaggio ha ripreso a Sabaudia: «Siamo qui in tre e con tutte le precauzioni».

Finalmente in acqua. Non è un miraggio: Pietro Willy Ruta è tornato davvero in barca, riprendendo gli allenamenti in singolo sul lago laziale all’ombra del Circeo, dopo due mesi interminabili di remoergometro nella casa presa in affitto a Sabaudia, dove ha scelto di trascorrere il lockdown.

Il trentaduenne atleta comasco, che ha spiccato il volo in body Fiamme Oro verso l’Olimpo remiero partendo dalla Canottieri Menaggio, è conosciuto per essere uno che parla poco, ma quando parla sa farsi intendere. E soprattutto sa agire con costanza e fede incrollabile, tanto da riuscire a partecipare a due Olimpidi (Londra 2012 e Rio 2016) e qualificare il doppio pesi leggeri per Tokyo 2020, assieme a Stefano Oppo.

La sua è la barca più continua di quest’ultimo quadriennio, avendo conquistato tre argenti iridati, un argento e due bronzi europei, un oro e due argenti in Coppa del Mondo e l’oro ai Giochi del Mediterraneo.

Una vera e propria macchina da medaglia Peppo Ruta, con quella sua barba lunga e curata da hipster e ciuffo prominente. «L’altro giorno è stata la prima uscita dopo tante settimane in casa – dice – e non mi è parso vero. Anzi ero un po’ preoccupato perchè l’ultima settimana di lockdown avevo cominciato ad accusare l’effetto della quarantena. Appena preso in mano i remi mi sono sentito un po’ arrugginuto sulle articolazioni, ma pensavo peggio. Infatti ho ritrovato subito il feeling con la barca e d’ora in avanti andrà sempre meglio, integrando le uscite sul lago con i soliti allenamenti al remoergometro e gli esercizi».

L’intervista integrale sulla Provincia di sabato

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