Sacchetti: «Cantù mi piace,
arrivati giocatori importanti»

Pallacanestro Intervista all’allenatore dell’Acqua S. Bernardo, ad Alghero: «Stranieri da inserire, bella scelta di Burns e che segnale con Baldi Rossi»

Per l’inarrivabile Beppe Viola, molto molto più di un giornalista Rai, era l’ufficio facce. Non una sentenza, di certo un modus operandi: osservare le espressioni altrui, per trarne spunti e conclusioni.

Un po’ quello che accade a Romeo Sacchetti, tecnico della Pallacanestro Cantù. Per lui - che il basket è principalmente divertimento primordiale, estro e fantasia - la caccia ai musi lunghi diventa quasi un’ossessione. Lo ripete anche stavolta, in una chiacchierata di fine luglio al sole del buen retiro di Alghero.

Allora, coach, che squadra le pare da laggiù nel bellissimo mare di Sardegna?

Al di là di quel che pare, speriamo che sia una squadra che dia soddisfazioni. Noi siamo soddisfatti per come l’abbiamo costruita. Ora, toccherà mettere insieme i giocatori e creare al più presto il gruppo. Con una condizione fondamentale, però...

Che è?

L’importante è che non si vedano facce brutte. Non possiamo permettercelo e i giocatori devono capirlo: tutti sono e saranno protagonisti, indipendentemente dai minuti giocati. Non è da lì che misureremo il valore dei singoli, ma è dalla voglia di far parte di un gruppo, mettendo gli altri davanti a tutti, che costruiremo le nostre fortune.

Un bel mercato, non c’è che dire?

Sono arrivati giocatori importanti.

A cominciare dal play, Anthony Hickey. L’architrave dei sui giochi.

Ci aspettiamo che possa confermare la leadership anche a livello vocale. È quello che avrà la palla sempre in mano e detterà i tempi. Il capo, insomma. Ha lasciato un campionato di primo livello in Europa per giocare una serie A2 importante. Penso che un po’ abbia contato la storia di questo posto.

E poi c’è Solomon Young, altro giocatore da scoprire.

Ha una buona struttura, sarà fondamentale integrarlo al più presto e vedere come e quanto può giocare anche da cinque.

Con Christian Burns è come se partiste con tre americani, però...

Ha esperienza e conosce l’ambiente. Bel vantaggio. Ha fatto una scelta non di poco conto: piuttosto che correre il rischio di far da comprimario in A, ha accettato di venire a fare il protagonista da noi.

A proposito di scelte, coraggiosa quella di rinunciare al buyout per Filippo Baldi Rossi.

Direi che abbiamo mandato un bel segnale. Serviva tenere Baldi Rossi, ed è stato fatto. Pippo ha dalla sua enormi qualità, dentro e fuori dal campo. E l’immensa capacità di catturare rimbalzi, tirare da tre e stare dentro un gruppo. Quello che noi chiediamo.

Vuol dire?

Che non bisogna guardare chi parte in quintetto, chi gioca e quanto. In una stagione ci saranno tanti momenti e per tutti. È quello che cercherò di far capire dal primo allenamento. Non ho voglia di vedere musi lunghi.

Stefan Nikolic e Lorenzo Bucarelli, rimasti, rappresentano una garanzia.

Nikolic ci ha pensato zero secondi, Bucarelli ha sentito qualche sirena e poi ha giustamente capito che il posto giusto è qui.

Curioso di vedere all’opera Tarallo e Nwohuocha?

Di Tarallo so pochissimo, ma arriva con un’esperienza giovanile importante. Curtis ha lavorato un po’ con noi e ne ho subito apprezzato l’atteggiamento. Sa cosa viene a fare, non sa quanto spazio avrà e mi è piaciuto il fatto che sia già contento di esserci. Porterà un po’ di sorriso dentro il gruppo.

Ha cambiato assistenti: come mai?

Mi piaceva un sacco come giocava Agrigento e conoscevo da tempo Devis Cagnardi. Non era facile, nei suoi panni, accettare: lo ha fatto e sono contento. Poi riavremo anche Tommy, mio figlio.

Che squadra sarà?

Di buone capacità di fare canestro da fuori, con i piccoli e con i lunghi. Da quello che abbiamo visto dei nuovi, sarà una squadra molto pericolosa e che dovrà cercare di crearsi situazioni facili per realizzare più facilmente.

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