Salvate il soldato Kone: rosso ingiusto

Serie B Un mago in campo, ma spesso si fa prendere dalla foga: per l’espulsione rischia anche tre giornate A sua difesa c’è che a Bari è stato vittima di una svista: sul secondo cartellino giallo e forse pure sul primo

Dio protegga Kone. Il giocatore ivoriano è uno degli acquisti più azzeccati del Como, capace di cambiare faccia alla squadra. E sin qui non ci piove. Il problema è che il Como, dopo Bari, si trova a fare i conti con una espulsione e una susseguente squalifica che potrebbe anche essere pesante. Due giornate? C’è chi teme addirittura tre. E il tutto per la doppia reazione scomposta alle azioni che hanno portato ai due cartellini gialli. Una specie di dottor Jakyll e Mr Hide, tanto fondamentale, fantastico, delizioso, determinante con la palla tra i piedi, quanto “fumino” in alcune fasi, energico, troppo aggressivo in altre, indole che gli ha procurato già cinque cartellini gialli (gli altri con Ternana, Spezia e Reggiana).

Errore

Stavolta, però, c’è un... ma. Kone è stato vittima di una ingiustizia. Anzi, una ingiustizia e mezza. Tutte e due le volte l’ammonizione, a Bari, è arrivata per un intervento sul funambolo Dorval. Il primo cartellino giallo forse ci poteva stare, ma non era così chiaro: nel contrasto tra i due giocatori sul limite destro dell’area del Como, dopo lo scontro Kone era davvero convinto che a subire il fallo fosse stato lui. Da cui le proteste veementi che forse non l’hanno messo in buona luce nei confronti dell’arbitro. Grave, invece, quello che è successo nella ripresa, con Kone che ha messo il piede per terra, a qualche centimetro da Dorval, e quest’ultimo che è saltato in aria come colpito da una mina antiuomo. Netta simulazione e secondo cartellino giallo profondamente ingiusto.

Applauso

Di qui il danno si è moltiplicato: Kone ha applaudito a lungo ironicamente e a più riprese nei confronti del direttore di gara, dopo l’esposizione del cartellino rosso, trattenuto a fatica dai suoi compagni sino a quando il team manager Calandra lo ha spinto via, verso gli spogliatoi. Un comportamento che potrebbe anche causargli una pena più pesante (la sapremo oggi).

C’è chi ha invocato l’intervento del Var per smascherare Dorval, c’è chi spera che la rivisitazione dell’episodio aiuti a moderare la pena del giudice, c’è chi ha criticato Longo per non aver tolto il giocatore già ammonito (ma chi toglie il giocatore più importante perché sanzionato?). Certo è che Kone si porta dietro una foga agonistica che in qualche occasione può anche essere controproducente, e qualche volta quando le energie cominciano a finire, commette qualche fallo evidente. D’altro canto ha già fatto ammonire due suoi controllori. Nel dubbio, ce lo teniamo così. E ora speriamo nel giudice.

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