Schembri: salto triplo, lungo e alto
«Sono il più forte di tutti i tempi»

Il rovellaschese (39 anni) è al primo posto nella classifica all time degli atleti italiani che hanno voluto cimentarsi in tre delle quattro prove della specialità “salti”.

Mosca

«Tecnicamente sono il più forte saltatore italiano di tutti i tempi». È giustamente orgoglioso Fabrizio Schembri, del record che detiene.

Il rovellaschese (39 anni) è al primo posto nella classifica all time degli atleti italiani che hanno voluto cimentarsi in tre delle quattro prove della specialità “salti”: alto, lungo e triplo. Manca l’asta, che è una prova troppo specifica e per la quale occorre una preparazione adeguata.

Il comasco precede niente meno che Andrew Howe e Paolo Camossi. Avversari di spessore, per una classifica che non è una curiosità da coronavirus, con la mancanza delle competizioni, ma un’interessante “fotografia” tecnica.

Schembri ha dei personal best di altissimo livello in tutte e tre le specialità. Nel triplo è uno dei pochi italiani ad aver superato il muro dei 17 metri (17,27 a Torino nel 2009); nel lungo è planato a 7,82 (nel 2013 a Nembro), ma soprattutto vanta uno spettacolare 2,18 nell’alto, messo a referto nel 2001.

In pochi ricordano che il rovellaschese, agli inizi della carriera, era una promessa proprio del salto in alto. A Mosca nel 1998, è stato argento ai Giochi Mondiali Under 18. «Ricordo benissimo quella gara – spiega -. Sono stato, con 2.12, secondo, pari merito con il coreano Do-Kwang. Con la stessa misura, ma con un errore in meno l’oro è finito sul collo del bielorusso Klimov».

La speciale classifica è su base scientifica e utilizza i punteggi della federazione internazionale. Schembri ha totalizzato 3.364 punti mentre Howe è arrivato a 3.302 e Camossi a 3.300. «Diciamo che sono orgoglioso del mio “triplete”», dice il rovellaschese.

Tocca al suo allenatore Flavio Alberio, spiegare il segreto del successo del comasco. «Un saltatore deve essere dotato di elasticità e Fabrizio ce l’ha in quantità - spiega -. Ha iniziato con l’alto dove andava bene, ma dove è richiesta anche l’esplosività. Il passaggio al lungo e, ancor di più al triplo, non è stato semplice. All’inizio non era molto convinto, ma poi è entrato nell’ordine delle idee e devo dire che i risultati non sono mancati».

Per essere chiari Schembri è il quarto italiano, dopo Fabrizio Donato, Daniele Greco e Paolo Camossi, ad aver saltato più di 17 metri nel triplo. Ed è ancora in attività, anche se questa stagione è stata “rovinata” dalla pandemia.

«Ho ripreso ad allenarmi e chissà, in autunno, potrei anche partecipare a qualche gara, sempre che si possa svolgere -spiega -.Per il momento ci sono tante regole dettate dall’emergenza sanitaria, ma, piano piano e con prudenza, è iniziata la ripresa».

C’è anche una novità, non dettata dalla pandemia:l’angolo della plastilina della tavola di stacco sarà di 90 gradi rispetto agli attuali 45. «Non cambia molto - dice Schembri -.Devi fare il salto della vita, staccando al limite del consentito, per vedere la differenza. Nella maggior parte dei casi, o stacchi prima o dopo, se è nullo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA