Como si ferma per Covid
Ma il guaio è il palazzetto

Niente derby con il Varese, in programma ieri sera al Palagorà a Milano e niente trasferta domenica pomeriggio a Dobbiaco

Niente derby con il Varese, in programma ieri sera al Palagorà a Milano e niente trasferta domenica pomeriggio a Dobbiaco. L’Hockey Como sospende l’attività della prima squadra, a causa dell’aumento dei contagi da Covid (attualmente sono 6 i giocatori colpiti). La Federazione italiana ha preso la decisione di rinviare gli ultimi due impegni della regular season dell’Italian hockey league dei biancoblù, dopo l’intervento, mercoledì pomeriggio, dell’Ats Insubria che a seguito del focolaio ha indicato «la necessità di sospendere temporaneamente tutte le attività agonistiche del gruppo squadra ed eventuali trasferte in programma, sino alla risoluzione dei provvedimenti di sanità pubblica in atto». Uno stop al quale la Federazione ha dovuto adeguarsi, rinviando i due impegni in calendario. Nei prossimi giorni saranno comunicate le date dei recuperi, anche se i tempi sono strettissimi con la seconda fase che dovrebbe iniziare il 6 gennaio. L’ipotesi più accreditata è che slitterà di qualche giorno. Como resta in attesa di conoscere poi le decisioni del Giudice Sportivo sulla mancata presentazione domenica scorsa ad Alleghe, sempre a causa dei diversi casi di positività. Ma non è solo la pandemia a preoccupare la dirigenza comasca. La notizia dell’altro giorno di uno slittamento in avanti di due settimane della riapertura del palazzetto di Casate, è stata accolta con più di un disappunto. «C’è tanta amarezza -spiega il presidente Massimo Tacci -.Ogni giorno in più di chiusura è un aggravio economico per la nostra società. Siamo costretti a trovare delle soluzioni alternative, non solo per le partite casalinghe ma anche per gli allenamenti. E questo, ovviamente, ha un costo che, inevitabilmente finirà con l’incidere sul bilancio». La data di fine gennaio per la riconsegna del palazzetto, diventa un limite da non spostare ulteriormente. «Un altro rinvio sarebbe davvero molto duro da “ammortizzare” -conclude Tacci -.Qui c’è in gioco il futuro della società».

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