Sport / Como cintura
Venerdì 25 Novembre 2016
Squadra di rifugiati nel Csi
Una scommessa a Bernate
Il dirigente Giuseppe Di Mauro: «Un’opportunità di integrazione concreta»
Nel variegato mondo del calcio dilettantistico e amatoriale comasco si possono trovare tante storie particolari. Forse, però, quella del Bernate Calcio, formazione iscritta la campionato di serie B del Csi (open a 11) di Como, presenta dei caratteri irripetibili.
Questa società, infatti, da un paio di anni ha avviato un progetto per provare ad integrare in maniera concreta i rifugiati arrivati nel Comasco da paesi come la Somalia e in generale dall’Africa subsahariana. Ospiti nelle strutture di Sagnino, Rebbio e Albate, dopo essere stati smistati dalla Questura al momento del loro arrivo, aiutati dalla Caritas nelle loro necessità quotidiane e sopravvissuti a viaggi lunghi settimane e difficili da immaginare.
La spiegazione nel dettaglio di questa iniziativa la fornisce Giuseppe Di Mauro, dirigente del Bernate Calcio: «Un paio di anni fa il nostro presidente, Cosimo Savoia, ha deciso di dare un’opportunità di integrazione concreta ai rifugiati smistati a Sagnino, Rebbio, Albate. Li andiamo a prendere e li portiamo qui al campo perché si allenino. Vogliamo dare loro valori educativi e sportivi di un certo tipo».
Il campo dice che la squadra è in grado di giocarsela, vista la posizione di centro classifica: «Serve gestirli perché sono abituati a giocare in modo fisico. Vanno aiutati a livello tecnico, ma hanno dei colpi interessanti: il nostro numero 10 martedì a Canzo ha segnato da centrocampo dopo pochissimi secondi dall’inizio della partita…».
Non mancano alcune piccole-grandi fatiche da superare, come ad esempio quelle legate alla comprensione linguistica: «Devono capire che è importante imparare l’italiano perché anche questo fa parte del percorso formativo che devono fare» sottolinea sempre Di Mauro.
Altri problemi da affrontare sono quelli legati ancora a maleducazione e razzismo nei campi sportivi: «Vedo ancora dei brutti episodi - commenta amaro il dirigente –. In una delle ultime gare che abbiamo giocato, per esempio, l’arbitro ha espulso un giocatore avversario per un insulto razzista ad uno dei nostri».
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