Tiepida la risposta dei tifosi
Non si tocca il tetto dei 700
Una trentina i biglietti invenduti al PalaBancoDesio per Cantù-Pesaro rispetto al già basso limite della capienza imposta.
Tutto esaurito? Non proprio. Erano settecento i posti a disposizione dei tifosi per assistere a Cantù-Pesaro, posticipo di campionato della seconda giornata, ma i tagliandi non sono andati bruciati. C’è mancato poco - una trentina i biglietti invenduti -, ma non c’ stato il “pienone”. Pienone, beninteso, per quanto possibile in questa fase. Ossia quota 700, limite massimo per i palazzetti. Per una piazza come Cantù, che può anche tranquillamente girare a una media di oltre tremila spettatori e che - quando si poteva - ha saputo riempire tutti i 6.500 seggiolini del PalaBancoDesio, non è certamente un bel segnale. Giustificazioni? Ci sono, eccome. La partita in diretta su Rai Sport, la pioggia, un’avversaria forse di non grandissimo richiamo. E, certamente, anche la poca voglia di “rischiare”, pur in presenza di tutte le misure necessarie di distanziamento, ecc…
Certo, non è e non può essere, con questo regime, il “solito” PalaBancoDesio”, con un pubblico imbavagliato da una mascherina necessariamente sempre alzata sul viso di ogni tifoso e puntualmente ricordata dallo speaker. Non è il solito palazzetto, caldo, pulsante, che trascina quando serve e carica quando ci sono i momenti di difficoltà. E rischia di non esserlo a lungo. Molto a lungo, perché nel Governo già da qualche giorno si parla di un tetto massimo di duecento spettatori.
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