(ANSA) - ROMA, 17 GEN - Nessun orrore è "comparabile ai campidi sterminio". Aharon Appelfeld, tra gli ultimi grandi testimoniviventi della Shoah, lo ha mostrato nei suoi libri e loribadisce anche di fronte alle atrocità a cui assistiamoquotidianamente. "I campi di concentramento sono stati un omicidioorganizzato, un assassinio industrializzato, un terribileveicolo per lo sterminio del popolo ebraico. Sono stati unacolonia penale senza pietà. Naturalmente ciò che sta accadendoin Siria, in Sudan, in altri angoli dell'universo sono terribiliorrori, ma non sono campi di concentramento. E' incomparabile"dice all'ANSA lo scrittore del quale esce per il Giorno dellaMemoria, 'Il partigiano Edmond' (Guanda), tradotto da ElenaLoewenthal.Deportato con il padre in un campo di concentramento inTransnistria dal quale è riuscito a fuggire nascondendosi nellaforesta ucraina, Appelfeld, 85 anni, dà voce a quell'esperienzacon Edmond che a 17 anni scappa da un campo di sterminio e siunisce a una banda di partigiani ebrei.
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