BRUXELLES - Il rimborso dell'Iva nell'ambito della spesa dei fondi strutturali va rivisto, perché è soggetto a errori e "non sempre rappresenta un impiego ottimale dei fondi stessi". Lo sostiene la Corte dei conti Ue, che ha svolto una rapida analisi sul tema. Secondo i revisori europei, col nuovo periodo di programmazione 2021-2027 l'Iva relativa ai fondi strutturali non dovrebbe più essere rimborsata agli enti pubblici, come accade oggi. L'Ue spesso sovvenziona i costi relativi all'acquisto di beni e servizi, e l'Iva corrispondente può rappresentare fino a un quinto del costo totale di un progetto. Come regola generale, l'Iva è ammissibile al cofinanziamento Ue solo se non è recuperabile in forza della legislazione nazionale.
Può capitare, però, che uno Stato membro attui un progetto dichiarando l'Iva come costo ammissibile al rimborso da parte dell'Ue. Contemporaneamente, però, lo stesso Stato può percepire l'Iva associata al progetto tramite il proprio sistema d'imposizione fiscale. La Commissione ha proposto che dopo il 2020 l'iva - indipendentemente dal fatto che sia o meno recuperabile - venga sempre rimborsata per i progetti con un costo inferiore a 5 milioni di euro. La Corte, invece, ribadisce che non dovrebbe mai essere rimborsata agli enti pubblici, suggerendo di rivedere la proposta legislativa".
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