BRUXELLES - Nonostante l'accelerazione negli ultimi mesi, l'Italia resta fra gli ultimi in Europa per utilizzo dei fondi comunitari. È quanto emerge dai dati pubblicati dalla Commissione Ue, aggiornati al 30 giugno. Da dicembre 2017, in Italia le risorse impegnate per progetti già selezionati sono cresciute di circa 10 mld, uno degli aumenti più alti in Ue. Tuttavia, con il suo 54% la Penisola resta al 24mo posto in Ue, dove la media è del 62%. Peggio i pagamenti, fermi al 13% (9,5 mld), terzultima performance in Ue.
Campione nell'utilizzo dei fondi strutturali durante l'attuale settennato 2014-2020 resta l'Ungheria del premier euroscettico Viktor Orban, dove il tasso di selezione dei progetti è addirittura in 'overbooking' (105%, 31 miliardi).
Seguono Portogallo (77%, 25 miliardi) e Belgio (76%, 4,6 miliardi). Quinta la Gran Bretagna, che mentre si prepara ad abbandonare l'Unione ha già assegnato il 73% (19,5 miliardi) delle sue risorse. Perfettamente in linea con la media Ue del 62% (64,8 miliardi) la Polonia, primo beneficiario in Europa dei fondi strutturali con i suoi 105 miliardi. Ben più bassi sono invece i dati sui pagamenti effettuati sul terreno e rimborsati da Bruxelles, per i quali gli stati hanno tempo fino al 2023. La media Ue ha raggiunto il 19% (121,7 miliardi), ma alcuni Paesi sono ancora indietro. Peggio del 13% di Italia (9,5 miliardi) e Croazia (1,6 miliardi) fanno solo la Spagna (11%, 6,4 miliardi), e la piccola Malta (10%, 103 milioni) dove però le cifre in gioco sono molto inferiori.
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