BRUXELLES - Il testo attualmente sul tavolo del Consiglio non va bene, ma non c'è più tempo da perdere per il varo delle nuove norme europee sull'e-privacy destinato a tutelare gli utenti di strumenti di comunicazione come Whatsapp, Skype e Messenger. Questo in sintesi il messaggio lanciato in un'intervista all'ANSA da Wojciech Wiewi¢rowski, nuovo Garante europeo della protezione dei dati (Gepd) che succede a Giovanni Buttarelli, recentemente scomparso.
"Non eravamo soddisfatti delle modifiche nella bozza del Consiglio e quindi non siamo dispiaciuti del mancato accordo tra gli stati, ma temiamo che si prenderà troppo tempo prima di arrivare a una approvazione o che la Commissione Ue ritiri la proposta e si ricominci da capo la discussione. Mentre il testo del Parlamento Ue era buono".
In questi ultimi giorni per ben due volte il Consiglio dei ministri Ue si è spaccato sul testo del regolamento senza riuscire a fare alcun passo in avanti. Il nuovo commissario per il mercato interno, Thierry Breton, ne ha preso atto ed ha detto che a questo punto "tutte le opzioni sono aperte" e tra queste anche il ritiro della proposta al centro della discordia e la presentazione di un nuovo testo.
Il processo è iniziato oltre due anni fa con il regolamento sull'e-privacy presentato dalla Commissione per garantire che le società tecnologiche che offrono servizi di posta elettronica e di messaggistica online, come Facebook, WhatsApp, Microsoft, Skype, siano soggette alle stesse regole dei fornitori di servizi di telecomunicazione nel tentativo di creare un panorama di parità tra tutti gli attori del mercato.
Secondo il garante aggiunto Gepd, anche se sarebbe auspicabile arrivare presto a una nuova regolamentazione anche in questo settore per avere una armonizzazione con la direttiva sulla protezione dei dati GDPR che si sta già applicando negli stati Ue, dopo le modifiche apportate in sede di Consiglio la proposta della Commissione presenta "troppe eccezioni".
Sull'e-privacy si resta quindi in attesa di capire se e come gli stati membri intendano proseguire durante la prossima presidenza di turno croata. Al momento a bloccare l'accordo sono state in particolare le divisioni su questioni come le regole per il tracciamento dei cookie nelle attività online degli utenti, sul rilevamento e l'eliminazione di contenuti di pedopornografia, i requisiti di consenso per i dati.
"Non è una battaglia tra giganti del web e regolatori della privacy , società da una parte e giganti del web e tecnologie dall'altra, ma sulle procedure per fare in modo che il flusso di dati sul mercato sia più civile e rispettoso della privacy delle persone" insiste Wiewi¢rowski. La protezione dei dati e la tutela del diritto d'autore sono tra le principali sfide che l'Ue deve affrontare con le grandi aziende tecnologiche e sono temi spesso collegati tra loro.
"Le autorità per la protezione dei dati sono molto preoccupate per la possibilità - spiega il garante aggiunto - che i network interessati dalla normativa sul copyright creino dei data base con informazioni su coloro che infrangono le regole del diritto d'autore e allo stesso tempo dei testimoni o delle vittime di tali violazioni". Il rischio, secondo Wiewi¢rowski, è che si creino della specie di 'black list' in mano ai giganti del web che le potrebbero utilizzare a loro piacimento. "Capiamo la necessità di poter individuare e sanzionare chi viola le regole ma non deve essere condotta da privati".
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