Gentiloni, nel Fondo prestiti a 30-40 anni e aiuti diretti

Linea di credito Mes vantaggiosa. Attenzione alla corsa alle emissioni

BRUXELLES - Il Fondo per la rinascita "non serve tra due anni ma presto" e dovrà essere composto da "prestiti a 30-40 anni" e da "sovvenzioni dirette" necessarie per "evitare che da questa crisi si esca con dei vincitori e dei perdenti. Perché questo metterebbe a rischio l'eurozona. Bisogna che chi ha il debito più alto non sia costretto soltanto ad accumulare debito". Lo ha detto il commissario Ue all'economia Paolo Gentiloni ai microfoni di 'Radio anch'io' confermando che Bruxelles lavora per presentare una proposta il 6 maggio.

Sul Mes Gentiloni ha osservato che "stiamo parlando di una linea di credito vantaggiosa per i Paesi che dovessero chiederla". Ed ha aggiunto: "Attenzione perché oggi non è solo un problema di tassi d'interesse, è anche un problema di un affollamento che c'è nell'emettere titoli e chiedere prestiti ai mercati. Tutti i paesi del mondo stanno andando sui mercati per chiedere quattrini e finanziare i loro piani di spesa. E quindi chiaro che avere delle linee di credito a disposizione è certamente un fatto positivo. Poi starà al governo decidere".

Parlando dell'esito del vertice Ue, Gentiloni ha detto che "qualche settimana fa un risultato del genere era impensabile. C'è una risposta europea comune che si va delineando. Naturalmente, come si dice nel gergo diplomatico, il diavolo è nei dettagli" e in questo caso "altro che dettagli" restano ancora da stabilire. "Ci sono tante questioni che la Commissione nei prossimi 12-15 giorni dovrà affrontare per formulare questa proposta di fondo di rinascita. Però il fatto che ci si sia arrivati è una vittoria della solidarietà ma intesa non soltanto dal punto di vista umanitario. Si è capito che gli interessi sono comuni", ha detto Gentiloni intervenendo alla trasmissione Rai 'radio anch'io'. "Fino a qualche settimana fa - ha detto Gentiloni - sarebbe stato impensabile decidere di avere un fondo comune per la rinascita. Perché l'Unione europea non ha uno politica economica comune ma ha una politica monetaria comune gestita dalla Bce".

"Mario Draghi - ha aggiunto Gentiloni - per anni ha insistito che sarebbe stato necessario affiancare le decisioni della Bce con decisioni di bilancio, con decisioni che investono dei quattrini in comune per evitare che le differenze che ci sono tra Paesi più indebitati e meno indebitati nel corso di una crisi che riguarda tutti, non solo quelli più indebitati, si accentui. Quindi che soprattutto i Paesi del Sud escano da questa crisi molto molto peggio degli altri. A questo serve il Fondo".

 

 

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