BRUXELLES - Dall'applicazione del mandato d'arresto europeo a quella sulla normativa dei marchi commerciali, "ci sono i primi casi pendenti legati alla Brexit" di fronte alla Corte di giustizia". Un gruppo di cittadini si è addirittura rivolto al Tribunale dell'Unione chiedendo di annullare la decisione del Consiglio europeo con cui si è dato il via al negoziato sull'articolo 50, e c'è chi invece si è rivolto all'ufficio dell'Ue per la proprietà intellettuale (Euipo) chiedendo di depositare il marchio Brexit. Ne hanno parlato i presidenti di Corte e Tribunale dell'Ue, Koen Lenaerts e Marc Jaeger, presentando il rapporto annuale 2017.
"Stanno arrivando i primi ricorsi legati ad aspetti della Brexit, e giungono dagli angoli meno attesi. E' proprio il caso di dire che la realtà spesso supera la fantasia. Non avrei mai pensato che il primo caso sulla Brexit sarebbe stato un ricorso in appello sui marchi", ha detto Lenaerts. In pratica, la Corte generale spagnola domanda come orientarsi davanti ad un ricorso sulla regola della priorità dei marchi commerciali europei. La causa è stata introdotta dopo il rifiuto di registrare un marchio, perché già esistente in Gran Bretagna. La Corte generale chiede alla Corte Ue se la priorità sia da considerare sussistente fino al 29 marzo 2019 e non successivamente.
In un altro esempio citato da Lenaerts, la Corte suprema irlandese ha chiesto come comportarsi rispetto all'esecuzione del mandato d'arresto europeo emesso dall'autorità britannica, con una detenzione per un periodo che supera la data del 'divorzio'. Non è invece ancora arrivato all'attenzione della Corte Ue il caso degli expat britannici che si sono rivolti ai giudici olandesi chiedendo di mantenere i propri diritti di europei nonostante la Brexit.
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