Europa
Venerdì 06 Dicembre 2024
La Corte penale internazionale: "Netanyahu e Putin non hanno l'immunità per le accuse"
Il portavoce: "Può esserci dubbio sull'esecuzione dell'arresto"
BRUXELLES - "L'articolo 27 dello Statuto di Roma dice chiaramente che non c'è immunità dall'azione penale per nessuno e questo non vale solo per la Corte Penale Internazionale (Cpi) ma è un principio stabilito anche dalla Corte Internazionale di Giustizia". Lo ha detto Fadi Abdallah, portavoce della Cpi, in un incontro con i giornalisti a Bruxelles a proposito della posizione di alcuni Paesi europei, come la Francia, sul mandato di arresto ai danni di Benjamin Netanyahu. Per quanto riguarda "l'esecuzione dell'arresto" la situazione potrebbe essere diversa "ma la decisione spetta ai giudici della Cpi stessa".
"Se si guarda alla storia della giustizia penale internazionale, si vedrà che in molti casi i mandati d'arresto sono rimasti in sospeso per 10 anni e a volte anche per 15 anni, e poi sono stati eseguiti: i mandati d'arresto sono validi a vita, non possono essere ritirati se non con una decisione dei giudici", ha detto Abdallah
"Riteniamo che i giudici abbiano deciso in base alle prove che hanno davanti: rispettiamo pienamente la presunzione di innocenza dei sospettati ma essi devono rispondere ai giudici e a volte alcuni individui possono beneficiare di circostanze o di protezione politica ottenendo un certo periodo di tempo: la politica però cambia continuamente mentre la giustizia continua a perseguire il suo obiettivo", ha sottolineato.
A chi gli ha fatto notare che la posizione della Corte potrebbe avere un impatto sui possibili accordi di pace, in Ucraina come in Palestina, Abdallah ribadisce che "la Corte non può farsi carico di "considerazioni politiche". "È un argomento che viene usato a volte ma noi crediamo che non ci sia pace duratura senza giustizia", precisa. "Se ci sono considerazioni sulla necessità di fermare i casi perché ci sono, ad esempio, negoziati di pace, non spetta alla corte decidere in merito, dobbiamo decidere in base alla legge, ma c'è un articolo nello statuto della legge che permette al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di sospendere le attività della Corte, i mandati di arresto o i procedimenti per 12 mesi con una decisione ai sensi dell'articolo 7, quindi senza veto, con la possibilità di rinnovo", ha notato. Quindi c'è uno spazio per le esigenze della politica, per quanto limitato. "Il Consiglio di Sicurezza, se davvero necessario, può sospendere ma non porre fine ai casi davanti alla Corte".
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