Europa
Venerdì 15 Giugno 2018
Lombardia ed Emilia-Romagna prime per la spesa di fondi europei
Secondo gli ultimi dati relativi al Fesr ed Fse nel caso di programmi multifondo, la Lombardia e l’Emilia-Romagna sono le uniche due regionia dover ancora certificare meno del 30% dell’obiettivo fissato per il 2018.
BRUXELLES – La Lombardia e l’Emilia-Romagna sono le prime della classe fra le regioni italiane nell’uso delle risorse europee. Secondo gli ultimi dati relativi al Fondo Ue di sviluppo regionale (al quale si aggiunge il Fondo sociale in alcuni casi particolari), le due regioni sono le uniche a dover ancora certificare alla Commissione Ue meno del 30% dell’obiettivo fissato per il 2018.
Entro il 31 dicembre, infatti, la Lombardia dovrà assorbire ‘solo’ 24,5 milioni, pari al 21,9% delle risorse, mentre all’Emilia-Romagna restano 16,4 milioni, il 26,7% del target 2018. Se non riusciranno a farlo, loro come tutte le altre Regioni, rischiano di perdere i fondi già stanziati. A Bruxelles si diffida dagli allarmismi e si confida nell’ormai abituale accelerazione a ridosso della scadenza, capace di scongiurare eventuali disimpegni. La complessità dei controlli e la burocrazia, infatti, possono far sì che passino molte settimane fra la spesa effettuata sul campo e l’invio della richiesta di rimborso alla Commissione.
Tuttavia, il lavoro da fare è ancora molto, visto che entro l’anno l’Italia deve assorbire quasi 2,8 miliardi di euro, il 47,4% dei 5,9 concordati per i 30 programmi nazionali e regionali che usano soldi Fesr. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, però, le performance nell’assorbimento non spaccano più l’Italia in due fra Nord e Sud, come accadeva in passato. Ai piedi del podio occupato da Lombardia, Emilia-Romagna e Liguria, c’é infatti la Calabria, con un residuo del 33,4% su ben 446 milioni. Rimangono in fondo alla classifica, invece, altre regioni meridionali come Basilicata, Abruzzo e Sicilia, che devono ancora assorbire circa il 60% delle risorse. Fra gli ultimi della classe ci sono poi le Province autonome di Trento e Bolzano, che scontano la designazione tardiva delle autorità di gestione.
E’ un quadro fatto di luci e ombre anche quello dipinto dai programmi nazionali. Il Pon Cultura guida la classifica con un residuo del 18,5% (17,4 milioni), ‘agevolato’ dal fatto di includere al suo interno grandi progetti come il restauro di Pompei, cominciato già nello scorso periodo di programmazione. Altri 5 programmi, però, devono ancora assorbire oltre la metà delle risorse previste. Solo l’iniziativa per le Pmi ha già superato il target 2018, ma si tratta di un programma particolare che si avvale di strumenti finanziari, non di rimborsi diretti.
Ecco in grafica i dati aggiornati al 19 maggio 2018 dove, per ogni regione e programma, sono indicati l’obiettivo fissato per le spese da realizzare entro fine anno, quanti sono i finanziamenti che devono ancora essere utilizzati e il rapporto percentuale tra le due cifre. I dati sono espressi in milioni di euro e riguardano i 30 programmi italiani finanziati dal Fesr (Fondo europeo sviluppo regionale), al quale si aggiunge il Fse (Fondo sociale europeo) nei casi di programmi cosiddetti multifondo.
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