BRUXELLES - "Nell'Ue non tutti sono favorevoli a indicare una data" per l'allargamento a nuovi Stati membri: tale processo "è e sarà sempre basato sul merito" indicare una data serve da "incoraggiamento per raddoppiare i nostri sforzi" con l'obiettivo per i Balcani di "fare le riforme necessarie" e per l'Europa di "lanciare un serio dibattito per il futuro dell'Ue". Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, intervenendo al vertice annuale nell'ambito del Processo di Berlino, che si tiene oggi a Tirana, il primo a svolgersi in un Paese che non fa parte dell'Ue.
Michel è tornato a ribadire la necessità di "essere pronti da ambo le parti" ad una fase di allargamento "entro il 2030". "Nei Balcani Occidentali il percorso verso l'Ue è iniziato più di venti anni" ha spiegato bollando il processo di integrazione europea della regione come "troppo lento" e "deludente" tanto per i Balcani quanto per l'Ue. "Sappiamo che è tempo di mantenere le promesse, ma dobbiamo ancora fare molto per essere pronti: voi partner e amici nella regione, dovete mantenere gli impegni, a cominciare dalle riforme necessarie, e noi, nell'Ue, dobbiamo prepararci a dare il benvenuto ai nuovi membri" ha aggiunto.
L'importanza di risolvere i conflitti che da troppo tempo permangono nella regione balcanica è stata sottolineata dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Riferendosi in particolare ai recenti fatti di Banjska, nel nord del Kosovo, dove il 24 settembre in scontri fra un gruppo armato di estremisti serbi e la polizia kosovara sono rimasti uccisi un poliziotto e tre assalitori, il cancelliere ha detto che "è indispensabile concentrarsi sul rispetto e l'attuazione degli accordi raggiunti". "Non solo per gli eventi in Ucraina: vi sono nuove difficili situazioni non lontano da noi, come l'attacco di Hamas a Israele", ha osservato il cancelliere sottolineando la necessità di non distogliere l'attenzione dai temi dell'integrazione e dall'allargamento
Per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, resta prioritario fruttare il potenziale che esiste nei Balcani Occidentali, e ravvicinare le economie di questi Paesi al mercato unico europeo. "Ogni volta che c'è stato un allargamento - ha detto von der Leyen - non solo i membri che sono entrati nell'Ue hanno avuto un forte impulso allo sviluppo economico, ma anche l'Ue è migliorata perché il mercato unico è divenuto più grande: e questo è il principio del piano di crescita" ha aggiunto. "Vogliamo aprire in aree specifiche le porte del mercato unico alle società dei Balcani Occidentali", ha spiegato, avvertendo tuttavia del fatto che "aprire le porte non è abbastanza". "I paesi dei Balcani Occidentali hanno bisogno di completare il loro mercato regionale comune e questo significa dare accesso ai paesi vicini ai propri mercati: se ci sono blocchi gli unici che bloccherete siete voi stessi, gli altri andranno avanti", ha poi concluso.
Le prospettive di integrazione europea dei Balcani occidentali, la cooperazione regionale e l'importanza del superamento delle dispute bilaterali, a cominciare dalla crisi del Kosovo con le nuove tensioni dopo gli scontri armati di Banjska, sono i temi al centro del vertice di Tirana. Si tratta di una iniziativa avviata nel 2014 dall'allora cancelliera tedesca Angela Merkel con l'obiettivo di sostenere e accelerare il cammino dei Paesi dei Balcani occidentali verso la piena integrazione nell'Unione europea - Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Albania, Kosovo.
Per la prima volta il summit del Processo di Berlino si è tenuto in un Paese che non fa parte della Ue. Con i leader regionali ed europei è prevista anche la presenza della Serbia, rappresentata dalla premier Ana Brnabic, e del Kosovo con il premier Albin Kurti.
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