BRUXELLES - Sul problema migranti e sulla vicenda della nave Lifeline "non ci può essere una soluzione volta per volta. A problemi complessi servono soluzioni realistiche". Così il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina oggi a Bruxelles. "Serve un'Italia che non si isoli in Europa, serve un salto di qualità delle politiche europee - ha aggiunto -, non servono i nazionalismi che hanno sempre complicato la vita a chi ha cercato per anni soluzioni condivise". "Adesso è il momento della verità, anche per questo governo - precisa Martina -, perché la distanza abissale che c'è tra quello che si dice nelle aule parlamentari e la propaganda che si continua a giocare fuori dalle istituzioni è un problema per l'Italia innanzitutto".
"Per me conta la comunità prima delle leadership", ha risposto Martina a chi gli chiedeva di commentare il dibattito nel Pd e le posizioni espresse dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti e di Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico nei governi Renzi e Gentiloni. "Può suonare strano in un momento come questo in cui tutti sono abituati solo a guardare il nome e il cognome di una leadership dentro le vicende politiche - precisa Martina -, ma io continuo a pensare prima di tutto alla comunità e poi ad una leadership capace di interpretare un grande lavoro di squadra".
"Credo che l'Italia abbia bisogno di un'alternativa, e meriti di poter appoggiarsi ad un progetto alternativo a quello che viene rappresentato oggi da un contratto capestro come quello firmato da Lega e M5S", ha detto il segretario reggente. Nel Pd "stiamo discutendo come è giusto che sia, come aprire una fase nuova, come è doveroso fare dopo la sconfitta del 4 di marzo - aggiunge Martina -. Sono convintissimo che questo lavoro si può fare perché ci sono un sacco di energie disponibili". Secondo Martina si tratta di un "lavoro da fare in profondità, da fare in un rapporto vivo e diretto con tante persone che hanno voglia di darci una mano".
"Dobbiamo cambiare molto di noi, e sono convinto che c'è la possibilità di costruire un'alternativa. Lo si vedrà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi". "Noi del Pd siamo nel Partito del socialismo europeo e ci rimaniamo con grande convinzione, siamo parte fondamentale della famiglia Socialista e Democratica europea e siamo qui per costruire insieme ad altre forze, europeiste e progressiste l'alternativa ai nazionalismi che stanno disgregando il progetto europeo", ha detto il segretario reggente del Pd. "Continuo a pensare che noi dobbiamo dire con semplicità e con forza a tutti gli italiani e gli europei che non c'è sovranità, non c'è cittadinanza, non c'è protezione fuori dal progetto europeo". "Senza l'Europa noi saremmo più deboli su tutti i fronti ed il nostro compito è di organizzare una risposta anche per le prossime elezioni europee all'altezza di questa sfida".
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