Muri e mimi per Otello Azorin a Macerata

(ANSA) - MACERATA, 23 LUG - Tre grandi muri sghembi si staglianosul palcoscenico, mentre Jago, lucido regista di tramediaboliche, impartisce ordini a sei mimi-macchinisti su comeimpostare la pellicola del nuovo film che si appresta a girare.Si è aperta così ieri sera a Macerata in un'Arena Sferisteriosold out, la prima dell'Otello di Giuseppe Verdi, che il registae scenografo spagnolo Paco Azorin ha voluto rappresentare comela trama di un copione in cui i personaggi si muovono comemarionette inconsapevoli al volere di Jago. Una scenografiaessenziale, che alleggerisce la drammaticità dell'operainteriorizzandola in una progressiva stilizzazione deisentimenti che animano i protagonisti, fino a farli diventare -ha spiegato il regista - archetipi di volizioni primarie malate:la gelosia di Otello, dettata dalla paura d'invecchiare,l'ingenua generosità di Desdemona, la cieca leggerezza diCassio, la sete di potere di Jago, simbolo del male assoluto.

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